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Dopo 120 minuti di football giocato iniziano ad intravedersi i valori dei 32 team che compongono le 8 division della NFL. Mentre risulta ancora prematuro individuare le 14 squadre che accederanno ai playoff, si possono già indicare quelle franchigie che all’alba della terza giornata si trovano in una situazione da “dentro o fuori”. Dal 1990 ad oggi delle 270 squadre che hanno iniziato la stagione con un record 0-2 solo 31 sono poi riuscite ad accedere alla post-season; pertanto per le 10 compagini che vedono ancora scritto zero alla voce vittorie, quella di domenica potrebbe essere l’ultima chiamata; infatti un nuovo insuccesso metterebbe praticamente fine ai sogni di giocarsi il Vince Lombardi Trophy.
Percorso netto
Esordio casalingo al Levi’s Stadium per i San Francisco 49ers 30 – New York Giants 12 e nuova vittoria. Troppo più forti questi 49ers per i Giants visti finora anche se la partita è rimasta in bilico, ma solo nel punteggio, fino alla fine del terzo quarto (le squadre erano distanziate di un solo possesso). Le statistiche sono impietose e rendono l’idea della differenza attuale tra i 2 team; San Francisco ha guadagnato il triplo delle yards (441 a 150), il doppio delle yards medie per giocata (6 a 3) e ha mantenuto il possesso del pallone due volte il tempo degli avversari (40 min vs 20 min). Primo quarto terminato sul 3-3 in cui si segnala il primo sack stagionale subito da Purdy dopo 8 quarti e mezzo. Nei secondi 15 minuti San Francisco prende il largo segnando 2 TD, il primo con il WR rookie Bell ed il secondo con una corsa da 4 yards dell’inarrestabile McCaffreey. Alla timida reazione dei Giants nella terza frazione culminata con un TD su corsa del RB Breida risponde la splendida presa di Samuel che mette fine alla contesa.
Altra dimostrazione di forza dell’attacco californiano; alla consueta solida prestazione del RB McCaffrey si affianca la prova maiuscola di Samuel autore di 6 ricezione per 129 yards e 1 TD. Capitolo Purdy: il QB di San Francisco non è più una sorpresa, con lui al comando i 49’s inanellano la nona vittoria consecutiva in regular season a cui si aggiungono altre 2 vittorie nei playoff.
Sui Giants purtroppo non vi è molto da dire; la difesa ha fatto quel che ha potuto contro una delle offense più produttive della lega, ma è mancato l’attacco. Pur tenendo conto della pesante assenza del RB Barkley non si può giudicare sufficiente quanto fatto vedere dall’intero reparto avanzato di New York: 150 yards di guadagno di cui sole 29 su corsa.
Un attacco da record
Mancano 10 min e 20 sec al temine del 2° quarto di Miami Dolphins 70 – Denver Broncos 20; il punteggio è 14-7 a favore dei padroni di casa e il tabellone indica 2° tentativo e 4 yards da percorrere per raggiungere l’area di meta dei Broncos. Parte lo snap e Tagovailoa effettua un passaggio sottomano no-look, come una qualunque pointguard NBA, per il RB rookie Achane che segnerà il TD del parziale 21-7. Siamo partiti da questa azione (d’altronde ripetuta in modo molto simile ad inizio 4° quarto con gli stessi protagonisti e stesso esito) per descrivere la sfrontatezza con cui affrontano i match questa stagione i giocatori della Florida. Tale atteggiamento deriva dall’acquisita consapevolezza della propria forza in tutti i reparti, della varietà di gioco offerto e della presenza di diversi playmaker.
La partita si posiziona al terzo posto della classifica all-time per punti segnati; era dal 1966 che non si registrava un punteggio così alto; più della cronaca, citiamo alcune statistiche: Miami ha guadagnato 726 yards segnando 10 (dieci!!!!) TD equamente suddivisi 5 su lancio e 5 su corsa; 4 giocatori diversi con almeno una segnatura e ben 3 con oltre 100 yards di produzione. Tra tutte, risalta la prestazione del sopracitato rookie Achane protagonista con 233 yards e 4 TD. Sorge solo il dubbio che Miami sia entrata in forma troppo presto, ma questo lo scopriremo solo tra qualche settimana. È davvero esercizio duro commentare la prestazione di Denver; ti aspetti tutt’altro da una formazione con l’obbligo di vincere per non considerare chiusa la stagione dopo solo tre settimane. Eppure dopo 78 secondi erano già sotto di un TD; e poi ne sono seguiti altri 9. La cura Payton non sta dando i suoi frutti.
A Baltimore sembrava tutto pronto affinché la partita Baltimore Ravens 19 – Indianapolis Colts 22 si trasformasse nel terzo successo consecutivo dei padroni di casa; le prime 2 uscite dei Ravens erano state convincenti e l’avversario si presentava privo del titolare Richardson, scelta n° 4 all’ultimo draft e QB con il rendimento migliore in questo inizio di stagione tra le matricole pari ruolo. L’inizio dell’incontro ha confermato la buona impressione destata da Baltimore: difesa asfissiante e attacco bilanciato ed i Ravens sono sopra di 7; ma ecco il fumble del RB Drake che cambia l’inerzia instillando fiducia nei Colts che con un TD ed un calcio ribaltano il risultato. È necessario un TD su corsa di Jackson alla fine del terzo quarto per ridare il vantaggio ai Ravens. L’incontro sembra chiudersi sul sack subito da Minshew nella propria endzone con conseguente safety da 2 punti che porta Baltimore sul 19 -16 con palla in mano; ma i Ravens non riescono a far scadere il tempo e i Colts pareggiano con un calcio lasciando 1 minuto abbondante sul cronometro. Il tentativo finale di calcio da 61 yards del kicker dei Ravens Tucker finisce corto e si va al supplementare.
La partita è interminabile ed i primi 4 possessi delle due franchigie sono infruttuosi. Dopo quasi 7 minuti dell’overtime Minshew riesce a portare l’ovale in un range utile per il field goal decisivo del kicker dei Colts Gay. Ancora una volta Jackson non ha convinto in una partita equilibrata e nei momenti decisivi ha evidenziato le solite lacune nelle azioni di lancio. Al contrario la prestazione pulita del QB Minshew ed un ottimo gameplan difensivo hanno portato ai Colts una vittoria da molti non pronosticata.
Studiando la classifica era impossibile indicare Minnesota Vikings 24 – Los Angeles Chargers 28 come un match di cartello ma la sensazione di ultima spiaggia per entrambe faceva prevedere un incontro spettacolare: e così è stato. L’inizio ha evidenziato una certa tensione sia nei Chargers (rapido punt) che nei Vikings (fumble). Il TD da 3 yards del gigantesco TE losangelino Parham ha sbloccato la contesa. Minnesota ha risposto con un TD di Oliver ed un calcio ma il secondo TD di giornata di Parham ha mandato al riposo i Chargers in vantaggio. Al rientro dallo spogliatoio un trick play della franchigia californiana (lancio del WR Allen per l’altro WR Williams e TD da 49 yards) ha messo 2 possessi di vantaggio tra le squadre. Due TD consecutivi del QB di casa Cousins, a cavallo tra 3° e 4° quarto e i Vikings sono nuovamente in vantaggio. Il terzo TD di giornata di Herbert sancisce il quinto cambio di leadership della domenica. Con 8 minuti ancora sul cronometro i Vikings hanno avuto tutto il tempo per giocare vari drive ed effettuare l’ennesima rimonta ma nonostante le follie di Los Angeles (4° down non convertito sulle proprie 24 yards) i consueti errori e leggerezze (tra cui un ritardo per ripresa del gioco con conseguente penalità) concludono la partita su un intercetto lanciato da Cousins nella endzone avversaria. Le due squadre hanno ribadito di prediligere la fase offensiva e come previsto è stata una partita giocata per aria; il gioco delle corse è stato praticamente inesistente. I Chargers lasciano accese le speranze di postseason ma devono migliorare la difesa. I VIkings benché inseriti in una division non irresistibile con ancora 0 vittorie vedono le proprie chance di disputare i playoff ridotte al lumicino.
Gli altri della domenica
Il QB Watson in Cleveland Browns 27 – Tennessee Titans 3 si riscatta dalla prova opaca della giornata precedente ma è il DE Garrett a rubare la scena con una prestazione da MVP: 3,5 sack, 3 placcaggi con perdita di terreno ed 1 fumble procurato. Il primo TD su corsa del QB Goff a motorcity ha contribuito nella vittoria in Detroit Lions 20 – Atlanta Falcons 6.
Incredibile rimonta e vittoria per i Green Bay Packers 18 – New Orleans Saints 17; harakiri della franchigia della Louisiana che in vantaggio di 17 punti a 11 minuti dal termine subisce 18 punti consecutivi e sbaglia un non impossibile calcio dalle 46 yards che sarebbe valso il controsorpasso e vittoria. Primi lampi del QB rookie Stroud (ottima la connessione con l’altro rookie WR Dell) e vittoria larga in trasferta Jacksonville Jaguars 17 – Houston Texans 37. Sono 15 le vittorie consecutive dei New York Jets 10 – New England Patriots 15; il 26-20 ottenuto all’overtime il 27/12/2015 resta l’ultima vittoria dei Jets sui rivali bostoniani.
Nella capitale Washington Commanders 3 – Buffalo Bills 37 l’ambiente Commanders ritorna con i piedi per terra. La difesa dei Bills imperversa per l’intero incontro con 9 sack, 4 intercetti ed 1 fumble procurato. Young è infortunato ed il quasi 37enne QB Dalton (372 Yards e 2 TD), alla quarta squadra in 4 stagioni dopo una vita trascorsa ai Bengals, non lo fa rimpiangere; la vittoria va comunque ai Seattle Seahawks 37 – Carolina Panthers 27.
Grande sorpresa in Arizona Cardinals 28 – Dallas Cowboys 16; partenza sprint dei Cardinals che questa volta non si fanno rimontare. Una pimpante Taylor Swift assiste in tribuna al massacro di Kansan City Chiefs 41 – Chicago Bears 10; primi punti degli Orsi sul 41 a 0 con Mahomes risparmiato quando mancano ancora 20 minuti da giocare. A Las Vegas Raiders 18 – Pittsburgh Steelers 23, la scena se la prende il monumentale WR di casa Adams (172 yards e 2 TD) mentre la vittoria arride agli Steelers di un buon Pickett.
Cincinnati si sblocca senza convincere
Al Paycor Stadium di Cincinnati è andata in scena la partita tra Cincinnati Bengals 19 – Los Angeles Rams 16, incontro dall’importanza fondamentale soprattutto per la franchigia dell’Ohio. La terza sconfitta consecutiva sarebbe stata deleteria ed avrebbe messo una pietra tombale sulle velleità di titolo dei Bengals. Con enorme fatica Burrow e soci hanno portato a casa la vittoria ma i problemi palesati nella fase d’attacco non sono affatto risolti. La fase offensiva giocata dai Bengals nei primi 2 quarti è stata tutt’altro che esaltante. Le statistiche hanno registrato in questo parziale solo 6 punti a referto, frutto di 2 calci da 49 e 53 yards, un altro field goal mancato ed un misero 1 su 7 alla voce terzi down conquistati. Tutti hanno pensato alla svolta dell’incontro quando il LB di casa Wilson ha intercettato sulle 41 yards dei Rams il QB Stafford ma l’azione non ha fruttato alcun punto anzi il drive si è concluso con una perdita di 8 yards.
Dal terzo quarto si è rivisto il binomio Burrow-Chase che tanto aveva incantato nei 2 anni passati ed inevitabilmente la produzione dell’attacco è aumentata. I Bengals hanno segnato 13 punti consecutivi ed il TD finale del WR californiano Atwell è servito solo per le statistiche. Burrow è ancora l’ombra del magnifico QB ammirato nelle sue 3 stagioni da professionista. il passer-rating medio del 2023, di poco superiore a 66, se confrontato con il 100 del 2022 ed il 108 del 2021, ne certifica le difficoltà. Al contrario il WR Chase è parso in netta ripresa ed i numeri mostrati (12 prese per 141 yards) sono più in linea con le sue statistiche. Infine note più che positive per quanto riguarda il reparto difensivo che ha messo a referto 6 sack e 2 intercetti (entrambi del LB Wilson).
Lato Rams vi è poco da salvare; l’assenza del WR Kupp in questa occasione è stata più che evidente; la prestazione del WR rookie Nacua, che nelle prime 2 uscite stagionali in parte ha mascherato gli affanni dell’attacco losangelino, non ha avuto l’impatto desiderato. Il coaching staff, con le sue scelte cervellotiche, ha messo del suo per aumentare la confusione: che senso ha calciare un punt a 6 minuti dal termine con 10 punti da rimontare?
Nell’altro incontro di serata Tampa Bay Buccaneers 11 – Philadelphia Eagles 25 i vicecampioni incarica vincono e restano ancora imbattuti grazie alle ottima prove del RB Swift e del WR Brown.
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