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“Tu sei il vanto di Milano, quello stemma sopra il cuore rappresenta il primo amore”. Intona la curva Nord in trasferta sul 6-0 per la squadra di Simone Inzaghi. La notte nella fatal Verona è dolcissima. Per tutti. Giocatori, staff, tifosi. Una partita con un solo senso di marcia, dominata in lungo e largo da Dzeko e compagni che allungano su Roma e Milan e si tengono saldi al quarto posto in classifica.
Lo spartito della gara è monocorde. Inter Inter e ancora Inter. Decidamente troppa per un Verona inguaiato nella lotta salvezza. La coppia d’attacco nerazzurro cala il poker. Il cigno di Sarajevo si sblocca con una doppietta che mette in cassaforte i tre punti. Edin non segnava in campionato dal 28 gennaio nella sfida vinta contro la Cremonese. Lautaro imita il bosniaco con un cioccolatino di pallonetto e un gol di rapina. Completano la festa nerazzurra Calhanoglu da fuori e un tiro deviato di Di Marco. La fotografia della serata è nitida e senza filtri. L’Inter è tornata. Anche in campionato.
Ora i nerazzurri si preparano ad un finale di stagione di fuoco. 5 partite in Serie A per tenere vivo il sogno europeo. Roma, Sassuolo, Atalanta, Napoli e Torino. Con questa attitudine e una qualità di gioco ritrovata, tutti i giocatori a disposizione di Inzaghi possono essere utilizzati a rotazione e dare il proprio contributo. Con qualche certezza granitica da mantenere, come l’impiego dal primo minuto di Acerbi e Darmian dietro e Mkhitaryan mezz’ala. Questi sono i tre tenori a cui l’allenatore non rinuncia mai e che stanno dando una solidità e una fiducia alla squadra mai avute prima. Darmian è l’amico che tutti vorremmo avere nei momenti di difficoltà. Acerbi è il custode che ti tiene le chiavi di casa quando esci. Mkhitaryan il direttore d’orchestra che fissi estasiato. Ma andando oltre i singoli, tutti i giocatori che vestono questa maglia la onorano e “quello stemma sopra il cuore” si puó chiaramente vedere rappresenti la loro ragion d’essere.
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