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Tredici anni dopo l’Inter è tra le prime 4 squadre d’Europa. Il pareggio contro il Benfica apre le porte del paradiso ai ragazzi di Simone Inzaghi, che se la vedranno con un Diavolo risalito dagli inferi apposta per l’occasione. Per rimanere nel regno dei cieli bisogna combatterlo e ricacciarlo giù. Tutto può accadere. Il cuore batte forte, ma non così forte come i primi 45’. Il respiro, quello sì, è sempre in affanno. Antonio Silva ha appena accorciato le distanze. 3-2. Mancano 5 minuti più recupero. Il tempo di un coro per Simone Inzaghi e un “tutti a casa alè” che Musa la gira ancora in rete. Pareggio. Ormai però è troppo tardi per i portoghesi per segnare altri due gol e portarla ai supplementari. Guardo l’ora… le 22.54. È fatta, allento la tensione. Non faccio più caso ai battiti che sono sempre più rilassati. Si levano alcuni triplici fischi “fake” che volano dalle tribune e fanno alzare prima del tempo tutti ad esultare. Poi l’arbitro fa finire tutto. Per davvero. Fumata bianca.
I nerazzurri azzannano il Benfica, poi ci scherzano, fin troppo, si chiudono e pungono al momento giusto per poi concedersi un finale thriller. Ritrovano il gol a San Siro dopo più di un mese. Apre la partita il capolavoro di uno dei migliori in campo: Nicolò Barella. Ma la squadra concede 3 gol in 90’ dopo averne subiti solo 2 in casa (dal Bayern) in tutto il cammino in Champions. Una partita quasi schizofrenica, composta da ottime letture e giocate superbe, mischiate a cali di concentrazione ed errori che potevano costare caro, come il passaggio di Brozovic intercettato dagli avversari al limite dell’aerea sul 3 a 1 o il troppo spazio concesso sul cross di Rafa Silva nel gol del momentaneo 1-1 dei ragazzi di Schmidt. Ma la semifinale di Champions League è un traguardo raggiunto. Ora ci sarà il Milan in un Euro derby da bollino rosso, che paralizzerà Milano e i cuori di molti tifosi per giorni.
Inter-Benfica 3 a 3. Un pareggio dal sapore dolcissimo che fa dimenticare per una notte la situazione molto complicata in Serie A, con un punto conquistato nelle ultime cinque partite. Qual è la vera Inter? Quella di campionato o di Champions? Rebus ancora senza soluzione. Il tempo lo dirà. Ora i ricordi possono vagare e posarsi su momenti lontani, ma non troppo… partite da mille e una notte, immagini che hanno fatto la storia. Per esempio quel dito alzato nel cielo di Barcellona dal portoghese più interista di sempre, in un Camp Nou incredulo e livido di rabbia. Era il 28 Aprile 2010. Quella è stata l’ultima semifinale di Champions che ha giocato l’Inter. Chissà come potrebbe esultare Inzaghi davanti alle 75 mila anime di San Siro. Meglio non fantasticare troppo. La lotta per restare nell’Olimpo è appena iniziata.
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