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Siamo in quello spicchio di stagione dove la filosofia la si può mettere da parte a favore della matematica. Servivano 3 punti e sono arrivati, nonostante la sfida col Lecce potesse essere la classica da sgambetto. Tra l’altro già all’andata la squadra di Baroni aveva fatto dannare i rossoneri, che stavano vivendo il loro periodo di buio profondo. Lo so bene, non è stato un bel Milan. Soprattutto nel primo tempo, un giro palla spesso lento e poco produttivo, la squadra sotto ritmo e poca concretezza li davanti. Tra l’altro come già detto ampiamente su queste pagine e non solo, l’abbassamento del ritmo di gara è un lusso non consentito a questa squadra, appena i giri del motore scendono incominciano le difficoltà rossonere. A tutto questo va aggiunto, un Lecce ben organizzato e soprattutto arcigno e fisico che nel primo tempo spegne le sue speranze su un palo che non farà dormire la notte il povero Banda.
E allora se l’insieme di squadra non gira, devi pescare il coniglio dal cilindro. Ed è sempre il solito. Il ragazzotto che gioca col sorriso, che quando accende il motorino stai sicuro che non lo prendi più, il numero 17, Rafael Leao. Parlassimo di gaming, lo definirei “buggato”, invece si parla di calcio giocato e oggi ha dimostrato con il minimo sforzo che quando ne ha voglia può decidere una partita da solo. Quando col pallone tra i piedi decide di andare via, diventa praticamente immarcabile, se lo ricordano ancora Ndombele, Rrhamani & co. , se lo ricorderanno oggi i difensori del Lecce, poco ma sicuro. Non che sia la prima volta, ma oggi ha trascinato i rossoneri fuori da una potenziale situazione scomoda col rischio di impantanarsi in una gara rognosa, prima con un gran colpo di testa, sull’ennesimo assist stagionale di Tonali e poi con una quasi replica della fuga già ammirata contro il Napoli, questa volta conclusa con un colpo da biliardo che è valso il 2-0. I primi gol a San Siro del 2023 per il portoghese.
Contava vincere e si è vinto. Resta una questione, quella del sostituto di Olivier Giroud, che al momento non c’è: Rebic impreciso e poco incisivo, Origi non efficace. Ma tanto c’è Rafa e da lui ora i tifosi si aspettano un’altra grande giocata, non con i piedi, ma con la penna…. e se c’è da fare uno sforzo, lo si valuti con attenzione, perchè uno queste potenzialità , con queste qualità , a soli 23 anni…non lo ricordo facilmente.
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