[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Barbera e champagne, cantava Gaber. Ed è quello che si è visto stasera a Palermo, dove un’Italia che funziona in tutto e per tutto, davanti a un pubblico che già da troppo tempo e ancora per un altro po’ non potrà assistere a del calcio di alto livello, si abbatte sulla malcapitata Armenia nonostante in fin dei conti non ci fosse nulla di particolarmente importante in palio. Chiudere a punteggio pieno nel girone, sì. L’undicesima vittoria consecutiva del ciclo Mancini, pure. Ma a sorprendere in positivo nella serata del Barbera è proprio l’abnegazione degli azzurri nel tentare giocate provate in allenamento, triangolazioni, schermi che spesso riescono alla perfezione, il tutto senza mai calare d’intensità .
GRUPPO – Questo gruppo – innanzitutto è un gruppo, e con Ventura non sempre si era avuta questa sensazione – sembra non pensare più di tanto alle squadre di club: quando si è in Nazionale, e quando dalle parti di Coverciano tutto funziona per il meglio, è più facile divertirsi con la maglia azzurra. Maglia che a Palermo è bianca, ma la sostanza non cambia: è un’Italia che gioca, si diverte, subisce poco e soprattutto ha cominciato a segnare. Quello del gol era un problema che la Nazionale si trascinava fin dallo sciagurato doppio confronto con la Svezia, poi Mancini ci ha messo un po’ a trovare la quadratura giusta.
[the_ad id=”668943″]
STELLE CHE BRILLANO – A cominciare dal modulo, 4-3-3 ormai assodato da diversi mesi con una sola punta che costringe al ballottaggio tra uno scatenato Ciro Immobile, autore di una doppietta contro gli armeni, e Andrea Belotti che pure meriterebbe spazio. Doppietta anche per un altro tra i migliori giocatori di questo inizio stagione, quel Nicolò Zaniolo che con la Roma sembra ormai il leader indiscusso e con la maglia azzurra può ritagliarsi un ruolo importante, anche nel ruolo di ala come stasera. Nell’impietoso 9-1 dell’Italia a un’Armenia distratta, svogliata e lontana parente della squadra che, in fin dei conti, ci aveva creato qualche grattacapo all’andata, brilla anche Chiesa, che tra assist, traverse, giocate da urlo e il meritato gol che ha messo il tappo al match, ormai sembra essere una delle undici scelte del ct per la formazione ideale in vista dell’esordio a Euro 2020.
SINTESI AL BARBERA – Quel che ci mostra la serata del Barbera è la sintesi del cammino degli azzurri fin qui: crescita continua, progressi dei singoli e del gruppo, tante speranze in vista della rassegna continentale. Guai, però, a montarsi la testa: ricordandoci da dove veniamo – anzi, da dove non veniamo, vista la mancata partecipazione a Russia 2018 – con umiltà e spirito di sacrificio si può puntare a qualcosa di importante in estate. Il 9-1 a Palermo come punto di arrivo e di partenza allo stesso tempo: l’Italia mai come in questo momento è pronta a dire la sua.
[the_ad id=”676180″]