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Anno domini duemilaventi: l’emergenza coronavirus con l’Italia che ha il più alto numero di contagiati in ambito europeo (quasi 400) sta avendo ripercussioni gravi anche a livello sportivo con tantissimi eventi cancellati, alcuni di grande importanza, che evidenziano un problema grosso: gli italiani non sono desiderati. Ed è palese tutto quello che sta accadendo sport per sport, con episodi anche gravi.
Partiamo dal basket dove, dopo l’Ungheria, anche la Lettonia ha categoricamente detto di no a partite contro le squadre italiane. Il Riga ha infatti fatto sapere che non intende scendere in campo sul neutro di Lubiana, contro la Reyer Venezia nel match valevole per la Champions League femminile. L’incontro era stato spostato in Slovenia a seguito del divieto di manifestazioni sportive in Veneto, dopo la diffusione del contagio nelle Regioni del Nord. Ieri, anche le ungherese del Sopron si erano rifiutate di giocare contro Schio, sempre sul neutro di Lubiana, un match di Eurolega: “Ho scritto alla federazione internazionale – ha detto il presidente della Federbasket Gianni Petrucci – chiedendo di prendere provvedimenti contro chi discrimina l’Italia. Ho scritto anche al ministro Spadafora e al presidente del Coni, Malagò. Capisco che non è facile, ma questa situazione lede l’immagine dello sport italiano e del Paese intero. Noi non siamo gli appestati”.
Non che negli altri sport la situazione è migliore, tutt’altro: proprio oggi è stato deciso di cancellare il torneo preolimpico di pallanuoto femminile che avrebbe dovuto disputarsi a Trieste dall’8 al 15 marzo con il Setterosa del commissario tecnico Zizza che va a caccia del pass olimpico. “L’Italia è messa alla berlina – ha dichiarato il presidente della Federazione italiana nuoto Paolo Barelli – All’estero ci considerano un lazzaretto. Lo sport è un megafono d’eccellenza del nostro Paese con campioni e risultati invidiati nel mondo. Ora veniamo rifiutati; squadre e atleti stranieri cancellano la partecipazione a competizioni in Italia. Occorre rispondere con forza, questa situazione è incredibile”.
Nel rugby è arrivata oggi l’ufficialità che il match tra Irlanda e Italia, valevole per la quarta giornata del Sei Nazioni 2020, che si sarebbe dovuto disputare sabato 7 marzo in quel di Dublino: “L’IRFU – si legge nella nota – ha avuto oggi un incontro positivo con il Ministro Harris e i suoi consiglieri, nel corso del quale abbiamo richiesto istruzioni formali sull’organizzazione delle gare internazionali Irlanda-Italia nel fine settimana del 6/8 marzo. Abbiamo chiarito che l’IRFU supportava la necessità dei governi di proteggere la salute pubblica in relazione al Coronavirus. Quindi, ci è stato comunicato formalmente che il team di emergenza della sanità pubblica nazionale ha stabilito che la serie di partite non dovesse disputarsi, nell’interesse della sanità pubblica” .
La settimana prossima comincerà anche la tappa di Coppa del Mondo di tiro a volo a Nicosia, Cipro, e la situazione non sembra delle migliori come ha sottolineato ieri nel corso del Consiglio Nazionale dl Coni, il presidente della Fitav Luciano Rossi: “Ci arrivano notizie da Nicosia che gli atleti italiani del Nord verranno presi e messi in quarantena. Io spero che questo non accada”. Intanto i giocatori di calcio del Ludogorets sono arrivati a Milano, dove si svolgerà domani il match di Europa League con l’Inter a porte chiuse, con le mascherine e con una situazione di allerta massima. A Lione si lamentano per la presenza dei tifosi della Juventus, a Valencia non vogliono quelli dell’Atalanta: Italia, sì, abbiamo davvero un problema.
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