“Sono più carico del solito perché non siamo favoriti”. Buffon guida la Nazionale italiana che parte per gli Europei di Francia senza i favori del pronostico. Dieci anni dopo il Mondiale vinto in Germania l’Italia del calcio si aggrappa ancora a SuperGigi. Il portierone juventino è, con De Rossi e Barzagli, nel ristretto club dei reduci di quella notte del 2006 in cui il cielo sopra Berlino si colorò d’azzurro. A parte i tre campioni del mondo a disposizione di Conte e l’infinito Totti, che si appresta a festeggiare le nozze d’argento con la Roma, gli altri protagonisti dell’ultimo trionfo tricolore hanno smesso da poco (Toni) oppure sono già da tempo lanciati nella loro seconda vita in panchina. Dopo l’esperienza al Milan e l’anno sabbatico, “Superpippo” Inzaghi ripartirà dal Venezia in Lega Pro. Il “muro di Berlino”, Fabio Cannavaro, a lungo in lizza per un ruolo nel nuovo staff tecnico della Nazionale, ricomincia dalla serie B cinese. L’eroe del mondiale tedesco, Fabio Grosso, ha portato la Juve Primavera a 11 metri dallo scudetto perso ai rigori contro la Roma. Gattuso è, invece, a un passo dal realizzare il “miracolo sportivo” col Pisa che domenica a Foggia può centrare l’obiettivo serie B. Oddo, dopo il due a zero dell’Adriatico, si gioca la promozione in A col Pescara stasera a Trapani.
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Lippi, che dell’impresa del 2006 è stato l’indiscutibile demiurgo, si gode l’avventura in panchina dei suoi ragazzi in attesa di tornare in pista come direttore tecnico della Nazionale: la nomina è stata congelata per presunto conflitto di interessi con lo status di procuratore del figlio Davide. Per rilanciare il calcio italiano, a digiuno di vittorie in campo internazionale dal 2006, Tavecchio ha puntato forte sulla coppia Ventura ct e Lippi dt. Il numero uno della Figc, atteso a fine anno dalle elezioni per la presidenza federale, è consapevole del fatto che Euro 2016 rappresenterà uno snodo cruciale per il suo futuro: ‘”Lo so, c’è grande aspettativa per questi Europei, anche perché non li vinciamo da tanti anni”. La nazionale di Conte, attesa da un girone con Belgio, Svezia e Irlanda, è avvolta da una nube di scetticismo. Il percorso di avvicinamento alla competizione è stato accompagnato dalle analisi sulla mancanza di fantasisti e di bomber da venti gol e dalla polemica sterile sul numero 10 assegnato a Thiago Motta. Lo stato generale del nostro calcio, che sconta rispetto ad altri Paesi europei un ritardo sui centri federali e sulle accademie, non induce ai sogni di gloria. Le squadre italiane non sono andate oltre gli ottavi di finale in Champions League e in Europa League. Lippi ha sottolineato che il ct Conte è stato costretto a scegliere gli azzurri su una platea limitata a solo il 35% di giocatori italiani nel nostro campionato. Dieci anni fa, quando gli uomini di Lippi conquistarono la coppa del Mondo, gli italiani in campo nelle squadre di serie A erano invece il 66%. Ma non è tutto da buttare. La difesa azzurra, ad esempio, è la certezza su cui Conte punta per dare “solidità ed equilibrio” alla squadra: “E’ un vantaggio poter contare su tre o quattro elementi della Juve, che hanno giocato tanto tempo assieme e si conoscono alla perfezione”, ha spiegato il ct al sito dell’Uefa. Da lunedì contro il Belgio si fa sul serio: gli azzurri vogliono lasciare un segno agli Europei di Francia. Da sfavoriti c’è ancora più gusto.