Il confronto è aperto, l’accordo ancora lontano. Forse impossibile. Dopo le schermaglie della scorsa settimana, la volata verso le elezioni della Federcalcio, fissate per il 29 gennaio a Fiumicino, è ufficialmente cominciata oggi in via Allegri, a Roma. Il Consiglio federale convocato dal presidente dimissionario Carlo Tavecchio per alcuni aspetti formali (l’approvazione del budget per il 2018 e delle regole per l’assemblea elettorale) ha rappresentato l’occasione per un confronto acceso ma poco costruttivo tra le varie componenti. A tre settimane esatte dalle elezioni è difficile fare previsioni: Damiano Tommasi ha già ufficializzato la propria candidatura, Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia potrebbero fare altrettanto entro domenica 14, data ultima per formalizzare la discesa in campo. Ma tre candidati sarebbero “un carnevale”, per utilizzare le parole del presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri.
E allora, dopo aver smaltito nell’ultimo weekend delle festività natalizie la rabbia per il repentino passo in avanti ufficializzato venerdì scorso da Tommasi, gli altri contendenti Sibilia e Gravina hanno aperto in Figc un dialogo per cercare una complicata convergenza delle diverse componenti verso un candidato unico, che però non sembra poter essere l’attuale numero uno dell’Assocalciatori. “Quello di Tommasi è un nome rispettabilissimo – ha sottolineato Sibilia al termine del confronto odierno – Io non ho mai fatto questioni personali, ma non vedevo e non vedo ancora una larga condivisione sul suo nome”. “La candidatura unica è un’ipotesi lontana – ha precisato Gravina – Ci stiamo lavorando, stiamo cercando di smussare alcuni angoli per trovare argomenti in comune, ma non c’è molto per essere ottimisti”.
Preso atto della situazione, Tommasi (calciatori), Ulivieri (allenatori), Balata (Lega B), Gravina (Lega Pro), Sibilia (Lega Dilettanti) e Nicchi (arbitri) hanno deciso di aspettare l’esito dell’assemblea della Lega di A, che mercoledì tornerà a riunirsi a Milano per provare a indicare un nome per la Figc. Le varie componenti si rivedranno dunque giovedì 11 a Firenze, alla vigilia dell’assemblea di Lega Pro e del Consiglio direttivo della Lnd. Senza un accordo, Gravina e Sibilia potrebbero presentare intanto le proprie candidature per poi continuare le trattative nelle ultime due settimane. Di certo Tommasi non sembra intenzionato a fare passi indietro: “La mia voglia è quella di riuscire a convincere tutti che si può fare tanto lavorando insieme”, ha spiegato il presidente dell’Aic uscendo dagli uffici di via Allegri, dove nel pomeriggio è riapparso anche, a sorpresa, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Per fare cosa non è dato sapere, anche se tutti i protagonisti del Consiglio federale hanno smentito la partecipazione del patron biancoceleste al confronto odierno.
Di sicuro la situazione è decisamente ingarbugliata, come del resto temeva Giovanni Malagò, che non a caso aveva avanzato l’ipotesi del commissariamento della Figc per riformare un sistema ingessato. Un mese fa, di fronte alla ritrovata (apparente) armonia tra le varie componenti decise ad evitare l’intervento esterno, il numero uno del Coni dovette desistere. Ma tra un mese, se la Federcalcio non dovesse essere in grado di scegliere il nuovo presidente, l’idea del commissariamento potrebbe addirittura tornare attuale.