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Al di là della ragione, c’è l’Italia. “Non siamo una selezione ma una squadra”. Bonucci esalta la forza del collettivo dopo l’impresa contro la Spagna. Il blocco Juventus fa volare l’Italia. Buffon blinda il risultato con una paratona su Piqué e allunga la sua imbattibilità (465 minuti senza prendere gol). “Un santo sceso in terra che ha chiuso tutto”, lo esalta Giorgio Chiellini, autore del primo gol azzurro: “Oggi ci siamo tolti qualche sassolino, anzi qualche sassone. La Spagna era la nostra bestia nera”.
Ventidue anni dopo il gol di Roberto Baggio a Usa ’94, gli azzurri tornano a matare le Furie Rosse. “L’Italia non è solo difesa e contropiede”, ringhia Chiellini che già pensa ai quarti contro la Germania: “Adesso arriva il bello e il difficile. Affrontiamo i campioni del mondo. L’ordinario non ci basta per continuare a vincere”. Al di là della ragione, c’è una squadra in erezione agonistica, forgiata da Antonio Conte a sua immagine e somiglianza: “Penso di essere stato un buon profeta ieri quando ho detto che non avremmo fatto da vittime sacrificali. Sono contento per questi ragazzi, se lo meritano. Stanno lavorando sodo”.
Organizzazione ed equilibrio, altro che catenaccio e contropiede: “Insegno a giocare a calcio, non a difendere”. Il ct sottolinea il ritrovato orgoglio dell’Italia calcistica e punta la Germania: “Oggi abbiamo fatto un’impresa. Sabato ci aspetta un’impresa titanica. C’è rammarico per l’ammonizione a Thiago Motta. De Rossi? Ha preso un colpo. Lo valuteremo nelle prossime ore”.
Ancora una volta, tra i migliori, c’è Giaccherini decisivo nell’azione del primo gol quando sulla punizione di Eder ha bruciato Iniesta arrivando per primo sulla respinta di De Gea. Tanta corsa e la solita applicazione tattica. “Prima della partita ho parlato alla squadra e ho detto che oggi avremmo dovuto mettere in campo tanto cuore. Abbiamo preparato la gara nei minimi dettagli. Il ct è stato bravo a darci le giuste nozioni per affrontare la Spagna”.
Una partita che racconta non solo dei 13 chilometri percorsi da Giaccherini ma anche della straordinaria pulizia di gioco di De Rossi fondamentale nel limitare Iniesta. E poi loro, quelli che i francesi chiamano – citando Tarantino – i “meravigliosi bastardi” della difesa azzurra: Buffon, Chiellini, Bonucci, Barzagli. Al di là della ragione, c’è il blocco Juve che ha trasmesso all’Italia la cultura della vittoria.