Non montarsi la testa. Scommettiamo che sarà stato questo il mantra che Ettore Messina, nel giorno di riposo, avrà intonato e ripetuto sino allo sfinimento ai suoi ragazzi. Bisogna rimanere coi piedi ben saldi a terra. La sbornia di confidenza raccolta all’esordio dopo aver passeggiato sulle macerie dei padroni di casa israeliani, presentatisi con tre venerandi over 30 in quintetto, non deve illudere. Questa nazionale non può prescindere dall’intensità smodata e ossessiva in fase difensiva, come mostrato per tutti i quaranta minuti all’arena Yad Eliyahu di Tel Aviv.
Nemmeno Datome e Belinelli hanno il diritto di bearsi dei mezzi tecnici a loro disposizione in moda da evitare il lavoro sporco. La squadra ha bisogno che anche loro, soprattutto loro, facciano opera di rammendo quando la palla ce l’hanno gli altri. L’avversario del tardo pomeriggio italiano di domani, ore 17:30, fornirà indicazioni importanti sulla profondità del roster azzurro. L’Ucraina di coach Evgeny Murzin ha tutte le stelle in infermiera. Spolpata fino al midollo del proprio talento cestistico non appare avversario temibile, ma è nelle pieghe dello scontato che s’annida l’imprevisto. Nonostante il vuoto di potere creativo, gli ucraini possono contare su una fisicità di molto superiore rispetto agli azzurri. Il match diviene, dunque, stress test fondamentale per il reparto lunghi. Biligha e Cusin, che tanto bene hanno fatto contro gli undersized israeliani, dovranno dimostrare di reggere il più prorompente urto dei colossi dell’est Kravtsov e Pustovyi.
I due pivot azzurri non hanno nelle mani punti importanti, ragion per cui blocchi e marcature asfissianti devono essere il loro pane. Elmetto in testa, pronti alla battaglia sotto le plance. Apporto decisivo nel pitturato proverrà nuovamente anche da Niccolò Melli. Archiviate le ruggini estive, l’ala grande del Bamberg ha dimostrato di voler essere protagonista in questo europeo firmando all’esordio una doppia-doppia da 10 punti ed altrettanti rimbalzi. Adagiarsi sul piedistallo delle ottime percentuali dall’arco contro Israele (13/27 al tiro) è vietato. Andranno anche ridotte le tante palle perse in modo banale (ben 15) se si vuole puntare al salto di qualità. I mugugni sul gruppo di Messina si sono affievoliti già dopo il primo successo, ora bisognerà alimentare l’entusiasmo con l’obbligo della vittoria. Giocare con tutte le pressioni del pronostico a favore sarà tutt’altra storia. L’Italia si appresta a scoprire il suo vero volto.