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“Se finalmente partiamo, possiamo vincere”. Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò parlando della candidatura italiana per ospitare i Giochi Olimpici invernali del 2026 ai microfoni della trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital. “Oggi siamo a Bologna per una Giunta esecutiva, poi andremo a Rimini per le finali del Trofeo Coni. In Giunta parleremo di questa nuova ipotesi Lombardia-Veneto per il 2026: è tutto molto caldo, tutto avvenuto da poco – ha spiegato il numero uno dello sport italiano – Se il Coni sostiene questa nuova ipotesi? È nei suoi fini, nella mission istituzionale del Comitato c’è la promozione di un simile evento. Se non lo facciamo noi, chi lo fa? Ieri abbiamo avuto una riunione tecnica a Losanna: sono andati i rappresentanti di Milano e Cortina, vediamo gli sviluppi della situazione e come procede la costruzione di questo nuovo dossier”.
Uno dei problemi da risolvere è il mancato appoggio del governo, che entro gennaio dovrebbe firmare le garanzie economiche: “Non so se questo metta a rischio la candidatura, ma sicuramente complica tutto. Eravamo a pochi millimetri dal traguardo, ora è più complesso – ha osservato Malagò – Certo negli Stati Uniti il presidente Trump non ha dato garanzie per l’Olimpiade di LA, perché lì per esempio il governo è sostituito dai singoli Stati con il coinvolgimento di alcuni enti locali. Anche nel Canada è la stessa cosa, ma da noi questo non è mai accaduto e onestamente è uno scoglio in più. C’è tempo fino a gennaio, quando il governo avrebbe dovuto dare le garanzie. Se il Coni può fare la sua parte? Non abbiamo né la forza né il poter di sostituirci al governo, quindi lo devono fare gli enti locali e i privati. Non posso impegnarmi in cose che non dipendono da me”.
Malagò ha ricordato inoltre che il Cio “darebbe 980 milioni di euro per le Olimpiadi del 2026: stiamo perdendo questa possibilità – ha osservato il presidente del Coni – Il governo aveva proposto l’unico modo per far partire la candidatura, chiedendoci di valutare un progetto che unisse le tre città coinvolte (Cortina, Milano e Torino, ndr) e costasse meno. Abbiamo provato a far restare tutti uniti e compatti, anche io avevo chiesto di non litigare adesso ricordando a tutti che non stiamo ottenendo le Olimpiadi, ma ci stiamo candidando per concorrere in una gara per un evento che avverrà tra otto anni, non subito. Con la possibilità anche di dare un lavoro ai nostri ragazzi. Tutta questa situazione è difficile da comprendere”. Malagò ha infine ribadito di aver provato a convincere Chiara Appendino, sindaco di Torino, anche nella giornata di mercoledì: “Abbiamo parlato nuovamente, i nostri rapporti sono più che buoni, auspicavo un ripensamento ma in questo momento la vedo complicata – ha spiegato Malagò – Ieri l’ho invitata nuovamente a Roma per un confronto, ma lei resta sulle sue posizioni. Perché è successo tutto questo? Non è giusto che io risponda per il sindaco di Torino, chiedetelo a lei. I cinque stelle hanno problemi con i cinque cerchi? Non do giudizi politici, ma così sembra”.