Coni

Malagò: “Reazione a decreto Mulè? Serve smorzare toni. Paolini e Musetti, che orgoglio”

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò - Foto LiveMedia/Matteo Arnoul

Un Giovanni Malagò a tutto tondo nell’intervista pubblicata da ‘Il Giornale’. Tanti i temi toccati dal presidente del Coni, tra cui le reazioni di Uefa e Fifa al decreto Mulè. “La lettera arriva in un momento in cui ne avremmo fatto volentieri a meno, anche perché siamo alla vigilia dei Giochi di Parigi – spiega – Non siamo sicuramente l’unico Paese in cui ci sono discussioni su temi di politica sportiva. Un’analisi lucida e propositiva impone di sottolineare che non c’è nulla di definitivo e che non serve innescare reazioni a catena ma analizzare la situazione partendo dal presupposto che siamo l’Italia, la Nazione ospitante degli Europei 2032. È necessario smorzare i toni, altri atteggiamenti sarebbero controproducenti: l’obiettivo è preservare l’immagine e la credibilità che ci caratterizzano a livello internazionale”.

Pur con la delusione dell’eliminazione a Euro 2024 (“S’è giocato male. Ma quello che ha lasciato allibiti, imbarazzati, è come si è perso. L’atteggiamento è stato veramente arrendevole“), Malagò si gode il grande momento dello sport italiano, soprattutto nel tennis. “Jasmine (Paolini, ndr) è un’emozione continua, travolgente. Sta scrivendo e riscrivendo la storia con naturalezza, entusiasmo e umiltà, consapevole del proprio potenziale. È diventata la prima italiana a conquistare la finale di Wimbledon, dopo aver centrato anche quella del Roland Garros, ha scalato il ranking e sono sicuro che ci regalerà altre emozioni. Oggi faremo poi il tifo per un grande Lorenzo Musetti, quarto italiano di sempre in semifinale ai Championships e siamo ovviamente fieri del nostro numero uno, Jannik Sinner, che ha pagato dazio per problemi fisici. Il tennis ci inorgoglisce”.

Il 26 luglio l’Italia si troverà sullo stesso barcone di Israele nella cerimonia inaugurale. “Non è una novità. Italia, Israele, Iran e Iraq: siamo vicini in ordine alfabetico È la storia del nostro mondo. Forse è un segno. Magari un segno di pace”, conclude Malagò.

SportFace