“Il Coni è un morto che cammina? Penso che tutto può essere utile eccetto una rifondazione, visto e considerato che probabilmente in termini di prestigio, di storia, di risultati e anche di Olimpiadi non si deve aggiungere altro”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò, oggi a Cagliari per una riunione coi rappresentanti dello sport sardo, ribadisce la sua posizione sulle polemiche innescate dalle dichiarazioni di Binaghi che ha definito il Coni “organismo con una struttura obsoleta e antidemocratica”. Il numero uno del Coni poi è tornato sulle sua posizione, con il mandato in scadenza: “Non ho chiesto nessuna proroga nel modo più assoluto”. Non so da dove come nasca questa riflessione di cui ho letto e si è sentito parlare – ha aggiunto Malagò – non ho chiesto assolutamente niente a nessuno. Semplicemente ho chiesto e poi mi fermerei qui, se che sia giusto preparare anche il Comitato Olimpico, come tutti gli altri organismi sportivi, alla prova delle urne”.
Un’Italia reduce da dei Giocho Olimpici riccchi di soddisfazioni: “Difficile trovare un’immagine simbolo di questi successi dello sport nazionale. Ma dovendone proprio trovarne una, sceglierei uno sport di squadra, la vittoria della pallavolo femminile alle Olimpiadi”. “Ma questo non vuol dire dimenticare tutte le altre meravigliose rappresentazioni dello sport – ha precisato Malagò -. Quaranta medaglie in 20 discipline significano che siamo in un Paese profondamente cambiato, questo anche per rispondere a chi ritiene che non ci sia stato un grande lavoro. Questo invece viene riconosciuto quasi unanimamente, forse ci sono delle voci fuori dal coro. Siamo un Paese che sicuramente si è trasformato sotto il profilo dell’impegno e dei risultati di alto livello in modo multidisciplinare: questo ti consente oggi nell’ambito del programma olimpico di compensare magari l’insuccesso delle delusioni su qualche sport che supponevi di poterlo avere con invece un’alternativa. Ma per fare questo è necessario investire su tutti gli sport”.