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Giovanni Malagò: “Senza ius soli sportivo rischiamo di perdere tanti talenti”

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò - Foto Giancarlo Gobbi GMT CONI

“Ho cercato a più riprese di sensibilizzare tanti amici che osteggiano lo ius soli sportivo, ma senza risultati”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò in un colloquio con il Sole 24 Ore. “Vorrei far veder loro cosa succede a un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri – aggiunge – Fino ai 18 anni veste l’azzurro. Poi, a 18 anni, per rappresentare l’Italia deve essere cittadino italiano e inizia un inferno burocratico. Non è mia competenza parlare di ius soli, ma, senza lo ius soli sportivo, rischiamo di perdere tanti talenti sui quali abbiamo investito perché lasciano lo sport o cambiano Paese”.

Manca pochissimo al via alle Olimpiadi di Parigi 2024: “La situazione è drammatica, ma sono malato di ottimismo e non escludo che la tregua olimpica possa scendere in campo a Parigi. Il provvedimento adottato dal Cio è il migliore possibile, considerate le tensioni – spiega – anche se sono scontenti gli atleti russi e bielorussi, che potranno essere a Parigi senza bandiera e senza inno e dovendo firmare un documento in cui prendono le distanze dalla guerra, e lo sono gli ucraini che non accettano la decisione”.

E sull’Italia: “A Parigi ci sono i presupposti per migliorare Tokyo, edizione benedetta da 40 medaglie. La spedizione azzurra è da record: 403 qualificati (334 a Tokyo) e questo dimostra che abbiamo lavorato bene, certo le variabili sono imponderabili. Il carisma di Tamberi e le vittorie di Sinner stanno coinvolgendo gli italiani e dimostrano che non siamo solo calciofili. Non esiste contrapposizione fra calcio e sport olimpici”. 

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