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Mattia Faraoni e le periferie, Gloria Peritore e ‘Shadow Project’. Ad Ostia la Kickboxing va a braccetto col sociale

Mattia Faraoni
Mattia Faraoni - Foto LiveMedia/SportReporter/Domenico Cippitelli

Servono più personaggi o campioni agli sport da combattimento di oggi? Dibattito aperto nell’era social di Ryan Garcia e, perché no, di Jake Paul. La kickboxing italiana però spera di aver trovato un fighter capace di essere entrambe le cose. A Mattia Faraoni il seguito sui social e nelle arene proprio non manca. Quando cinque anni fa combatteva nelle palestre, il 30enne romano si confermava già atleta da sold out. Ora la popolarità è schizzata alle stelle, la carriera invece è arrivata alle porte di una sfida mondiale. Oggi Mattia Faraoni è a tutti gli effetti un personaggio pubblico e stasera, contro il gigante australiano Charles Joyner, cercherà di conquistare il titolo mondiale ISKA (quello del ‘Kickboxer’ di Jean Claude van Damme per intenderci) al PalaPellicone di Ostia. Kicker spettacolare e puncher efficace, con un titolo italiano di boxe vinto un anno fa e un match, l’ultimo contro Feger, chiuso con un gancio sinistro perfettamente calibrato. Ora si alza l’asticella. Joyner, numero 1 del ranking ISKA, imbattuto con 15 vittorie, è alto oltre 2 metri, ha naturalmente dalla sua il favore in allungo e ha una guardia mancina. Faraoni ammette di avere “2-3 piani” da adottare a seconda dell’evolversi dell’incontro. Vincere per dare un ulteriore slancio alla carriera e all’intero movimento della kickboxing italiana. Poi il riposo, il cammino verso altri obiettivi e la vita di tutti i giorni che nel caso di Mattia si mischia con il sociale. Con il noto Youtuber Simone Cicalone, Faraoni è protagonista infatti di un format sulle periferie d’Italia, con un focus sulle storie di chi vive ai margini delle metropoli e di chi è riuscito a lasciarsi alle spalle errori del passato.

E a rimarcare il lato ‘sociale’ dell’evento di Ostia ci pensa Gloria Peritore che al contrario di Mattia la cintura ISKA (cat -52 kg) già ce l’ha e dovrà difenderla contro la spagnola Mireia Garcia, campionessa nazionale con un record di 30 vittorie, 6 sconfitte e 2 pareggi. Il soprannome di Gloria è ‘Shadow’ e ‘Shadow’ è anche il nome della sua associazione contro la violenza delle donne. The Shadow Project porta avanti attività di sensibilizzazione sulla violenza di genere, con eventi sportivi, tour nelle scuole, percorsi di prevenzione e garantendo anche uno sportello gratuito d’ascolto. Il focus è anche sulla violenza psicologica, la forma “meno riconoscibile”, la stessa che da vittima la spinse a partire verso Firenze per studiare marketing. Poi il primo passo verso la palestra e l’inizio di una nuova vita. Fino ad Ostia, in una Roma che è stata città d’adozione e culla del rilancio. E Roma può anche cullare le ambizioni di Roberto Oliva, stella emergente della kickboxing italiana. Al PalaPellicone sfida Vicente Garcia, se vince ha una sfida mondiale assicurata. Per avere informazioni, lo spagnolo si sarà probabilmente imbattuto sulla sua vittoria del titolo intercontinentale Iska, a Tokyo, contro Maeda Hiroki, in un paese storicamente ostico per ogni straniero in qualsiasi sport da combattimento. Un biglietto da visita niente male, l’ennesimo in un evento che può cambiare la kickboxing italiana.

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