“Una volta che mi levai le scarpe e salii sul tatami non sono più riusciti a farmi scendere“. È iniziata così la storia d’amore tra Odette Giuffrida e il judo circa 15 anni fa. Un legame indissolubile che l’ha resa oggi, giorno dopo giorno, una delle più grandi speranze nazionali. Medagliata nel 2015 al World Masters di Rabat e quinta ai Mondiali di Astana, Odette è pronta a gareggiare per lo European Open in scena al PalaPellicone di Ostia (Roma) questo weekend. L’obiettivo principale rimane però Rio 2016 la cui partecipazione nella categoria dei 52 kg sembra essere quasi una formalità. La 21enne judoka si è concessa in esclusiva ai microfoni di Sportface raccontandoci i suoi inizi sino ad arrivare agli imminenti impegni che la vedranno assoluta protagonista sul tatami di casa romano.
Come ti sei preparata allo European Open di questo weekend e che obiettivi ti sei posta?
“L’obiettivo più vicino si svolgerà nella mia città, a Roma. Sto cercando di prepararmi al meglio col mio allenatore e tutte le ragazze della squadra per riuscire a dare tutta me stessa. L’intenzione è quella di vincere. Non ti nego che a casa mia davanti alla mia famiglia ed ai miei tifosi cantando insieme l’inno sarebbe un’emozione particolare”.
Parliamo di Rio 2016: come sta procedendo la tappa d’avvicinamento a questo evento?
“Anche qui ci stiamo preparando al meglio, non puntiamo solamente alla partecipazione ma anche e soprattutto alla medaglia d’oro. Si punta in alto come sempre”.
Gli ultimi risultati non sono stati affatto male.
“Ho ottenuto un bronzo al Grandi Prix recentemente a Cuba anche se poteva essere qualcosina di più. L’obiettivo rimane Rio per cui piano piano lavoriamo e continuiamo ad andare avanti”.
Cosa ti ha avvicinato al judo? Qual è l’aspetto più bello?
“Premetto che nasco in una famiglia molto sportiva. All’età di 6 anni i miei mi spingevano ad iniziare uno sport ed è così che iniziai a provare un po’ di tutto: dalla danza classica alla ginnastica ma mi resi conto ben presto che non facevano esattamente per me. Alla fine vedendo tornare a casa dalla palestra mio fratello sempre soddisfatto dagli allenamenti di judo chiesi a mia madre se potessi cominciare anche io. Una volta che mi levai le scarpe e salii sul tatami non sono più riusciti a farmi scendere. L’aspetto più bello credo sia la felicità che mi suscita praticare questo sport. È come se non ci fosse nient’altro: sono io nel mio mondo che mi diverto ogni giorno sempre di più…”.