I grandi eventi di combattimento si definiscono “grandi”, appunto, per due caratteristiche ben precise: da una parte la spettacolarità dei match, dall’altra il blasone degli atleti impegnati nella competizione. Un assunto, soprattutto il secondo, che calza alla perfezione per la card numero 149 di Bellator andata in scena al Toyota Center di Houston nella notte fra venerdì 19 febbraio e sabato 20. I due co-main event in programma infatti saranno ricordati di più per i nomi di prestigio presenti nella gabbia che per lo spettacolo.
Il match più atteso era sicuramente quello fra Royce Gracie e Ken Shamrock. Un duello dal sapore di antico, che metteva di fronte due autentiche leggende di questo sport. Basti pensare per esempio che l’inizio della faida fra i due risale addirittura al 12 novembre 1993 nel corso della semifinale dell’UFC 1 “The Beginning”, il primo evento in assoluto dell’organizzazione di MMA più famosa del mondo. A vincere fu Royce Gracie, che poi riuscì ad arrivare fino in fondo nel torneo battendo in finale Gerard Gordeau. Un successo che lanciò il brasiliano nell’olimpo di questo sport e che lo portò a dominare anche i successivi eventi grazie al suo jiu jitsu. Fino di fatto al 7 aprile 1995 quando ad UFC 5 “The Return of the Beast” ci fu l’attesa rivincita fra i due. Dopo 36 minuti di battaglia però la sfida si risolse in un pareggio che lasciò di fatto aperto il duello fino ai giorni nostri.
L’epilogo della trilogia disputatosi in Texas tuttavia non è stato all’altezza dei due leggendari combattimenti del passato. Complice anche l’eta avanzata dei due lottatori (49 anni per Gracie e 52 per Shamrock) il ritmo non è stato sicuramente incalzante. Anche le fasi di lotta sono state al di sotto delle aspettative, con un modesto numero di colpi scagliati. Il tutto si è risolto comunque con la vittoria per TKO di Gracie dopo 2’22” del primo round. Un’azione di ground and pound contestata alla fine del match a causa di un’involontaria ginocchiata sui genitali subìta da Shamrock e non ravvisata dall’arbitro.
Non ha convinto in termini di emozioni nemmeno l’altro co-main event della serata fra Kimbo Slice e Dhafir “Dada 5000” Harris. Dopo un primo round intenso infatti i due lottatori di strada diventati celebri grazie a Youtube, sono calati vertiginosamente alla distanza rischiando il KO ad ogni colpo. A sferrare l’attacco vincente è stato alla fine Kimbo Slice, che ha fermato la contesa dopo 1’32” del terzo round con una pesante combinazione a due mani che ha mandato al tappeto Dada 5000.
Sono stati sicuramente più esaltanti invece gli altri tre match in programma nella notte texana. Nella categoria dei lightweight Derek Campos è riuscito a mettersi alle spalle le ultime due sconfitte consecutive battendo per KO tecnico un veterano come Melvin Guillard. Molto interessante anche il duello fra Linton Vassell e Emanuel Newton, presentato alla vigilia come un autentico re-match dopo il primo combattimento svoltosi a Bellator 130 nell’ottobre del 2014. Quella volta a vincere era stato Newton per sottomissione. In questa occasione invece è stato Vassell a fare la voce grossa e ad imporsi per decisione unanime. Una situazione di pareggio che lascia aperta la porta per una possibile terza sfida. L’ultimo spunto arriva infine dal match fra Daniel Pineda e Emmanuel Sanchez, una contesa molto vivace che ha visto prevalere quest’ultimo per split decision. Nona vittoria nelle ultime dieci apparizioni nella gabbia per il 25enne di Milwaukee, che continua così la sua marcia autoritaria nella categoria dei featherweight.