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“È stata un’edizione straordinaria con iniziative di grande qualità e grande partecipazione di pubblico. Padova ci ha accolti con entusiasmo e calore“. Il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, commenta con grande soddisfazione l’esito della seconda edizione del Festival della Cultura Paralimpica. La tre giorni tenutasi a Padova tra incontri, mostre, dibattiti e storie con al centro lo sport come strumento di inclusione e per il cambiamento della percezione della disabilità nel Paese, ha catturato l’interesse di tutti i partecipanti riscuotendo un gran successo.
Migliaia di persone e studenti hanno affollato le sale di Palazzo Bo, Palazzo Moroni, caffè Pedrocchi e la Cittadella dello Studente: “È tutto merito dei magnifici atleti paralimpici che con le loro storie hanno fatto cultura; della città di Padova, che ci ha accolti con entusiasmo e calore, dell’Università degli Studi di Padova che ha aperto le proprie porte a tutti noi, mettendo a disposizione sapienza e competenza; del Centro Servizio Volontariato che si è attivato per garantire accoglienza e assistenza a tutti, dei nostri partner presenza importante nella vita del nostro Comitato – ha tenuto a ribadire Pancalli – Un ringraziamento speciale, ancora una volta, va a Oliviero Toscani che con sensibilità e maestria ci ha offerto uno sguardo inedito sul nostro mondo. Abbiamo riaffermato tutti insieme l’importanza di considerare lo sport come diritto universale. Abbiamo piantato un nuovo seme per la trasformazione culturale del nostro Paese. Speriamo possa dare ancora una volta frutti rigogliosi“.
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Grande successo di pubblico anche per la mostra sullo sport paralimpico intitolata ‘Naked. La disabilità senza aggettivi‘. Un emozionante “viaggio fotografico” ad opera di Oliviero Toscani con i ritratti dei dodici campioni paralimpici che hanno accettato di posare con la voglia di raccontarsi e di dimostrare che è il momento di abbattere ogni barriera culturale e fisica. Gli atleti rappresentati da Toscani sono in tenuta da competizione e senza veli con l’obiettivo di mettere a nudo la disabilità e affermare che esiste anche un corpo dell’atleta paralimpico e che ciascuno di noi è unico nelle sue forme e nei suoi pensieri. Tra i dodici atleti troviamo i campioni di nuoto paralimpico Simone Barlaam e Arianna Talamona, lo snowboarder Jacopo Luchini, il campione paralimpico di sollevamento pesi Donato Telesca, l’arciera plurimedagliata Eleonora Sarti, oltre al pilastro della nazionale di basket in carrozzina Giulio Maria Pepi, gli schermidori Edoardo Giordan e Andreea Mogos, la campionessa di para rowing Anila Hoxha, il portabandiera azzurro delle Paralimpiadi di PyeongChang 2019 Florian Planker e le due giocatrici della nazionale italiana di sitting volley, Giulia Aringhieri e Silvia Biasi.
Il progetto, promosso dal Comitato Italiano Paralimpico con la collaborazione di Fabrica, centro di ricerca per la comunicazione moderna fondato da Toscani nel 1994, ora toccherà varie città italiane e approderà in Giappone in occasione delle Paralimpiadi estive di Tokyo 2020. “Quest’anno abbiamo avuto l’onore di poter vantare la collaborazione di Oliviero Toscani, maestro di fotografia e di creatività che con le sue opere ha influenzato profondamente la cultura e la comunicazione a livello internazionale – ha spiegato il presidente del Cip Pancalli – Gli abbiamo chiesto di offrirci una visione sullo sport paralimpico. Toscani ha accettato e ha lavorato cogliendo, con grande sensibilità umana e artistica, gli aspetti più profondi del nostro mondo. I campioni paralimpici, con coraggio e intelligenza, hanno subito accettato questa sfida. Il risultato è una mostra meravigliosa che parla di noi, senza filtri, ma parla anche di tutte le persone, delle proprie sfide, dell’importanza di superare le difficoltà , le paure e le insicurezze“. Chiusura finale a firma di Oliviero Toscani: “Questi ragazzi sono dei super-uomini e delle super-donne che hanno sviluppato un altro muscolo, quello del cervello e del cuore, della generosità e soprattutto del coraggio. Il muscolo del coraggio vostro è quello da dove noi dobbiamo imparare“.
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