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Non occorre mai attendere molto, alla Vuelta, per assistere al primo arrivo in salita e alla relativa battaglia. La corsa a tappe iberica ha confermato anche quest’anno la propria consolidata tradizione, proponendo alla terza tappa la breve ma insidiosissima scalata al Mirador de Ézaro. A imporsi in cima al micidiale strappo è stato il francese Alexander Geniez, ultimo superstite di una lunga fuga. Alle sue spalle non si è fatta comunque attendere la lotta tra i corridori più attesi, con gli uomini della Movistar di Nairo Quintana e Alejandro Valverde particolarmente attivi; ed è proprio uno di loro, il meno titolato Ruben Fernandez, a indossare la maglia roja di leader della classifica generale al termine della frazione.
La tappa è caratterizzata appunto dalla fuga che vede protagonisti Geniez e altri sei corridori, i quali vanno in avanscoperta dopo una decina di chilometri dal via; tra questi, lo svizzero Simon Pellaud, che a poco più di 60 km dalla conclusione saluta la compagnia e va via da solo. Nel frattempo, il gruppo lascia acquisire ai battistrada un ampio margine (superiore ai 6′), che difficilmente potrà essere colmato. L’azione solitaria di Pellaud, indubbiamente generosa e altamente spettacolare, non si rivela particolarmente accorta dal punto di vista tattico: Geniez e il belga Pieter Serry si riportano su di lui prima dell’asperità finale, lungo la quale lo svizzero finirà per pagare la fatica accumulata. Sulle rampe che conducono al Mirador (e che superano, a tratti, il 20% di pendenza), Alexander Geniez si libera degli altri due e si invola verso il successo di tappa.
Il gruppo si avvicina considerevolmente ai fuggitivi e, all’ultimo chilometro, viene sgretolato dal forcing della Movistar e in particolare proprio di Fernandez. L’azione dello spagnolo è verosimilmente volta a preparare un attacco di Quintana, ma quando questa si esaurisce il colombiano non è in condizione di rilanciare a sua volta. Il solo Esteban Chaves tiene il passo degli uomini Movistar, mentre Alberto Contador perde inesorabilmente terreno; Chris Froome, al contrario, affronta la salita con il proprio ritmo e ben presto riemerge dalle retrovie in cui era piombato, riportandosi sui due colombiani, Fernandez e Valverde. A quel punto è ancora Fernandez a muoversi e, conquistata una manciata di secondi, conclude a braccia alzate credendo di avere vinto; lo spagnolo può comunque consolarsi indossando la maglia rossa, che attenua la delusione per la beffa.
Cinque (al netto degli abbuoni) i secondi guadagnati da Fernandez su Valverde, Froome e Chaves, 11 su un Quintana che cede leggermente nel finale, e 33 su un Contador ancora molto lontano dalla miglior condizione (e già piuttosto distante in classifica generale). Fernandez in classifica precede ora di 7” il compagno di squadra Valverde e di 11” Froome. Domani la quarta tappa, da Betanzos a San Andrés de Teixido: 163,5 km e un nuovo arrivo in salita.