Il pagellone finale della Vuelta a Espana 2023, chiusa oggi con la passerella di Madrid che ha consegnato alla storia del ciclismo un’impresa senza precedenti. La Jumbo-Visma ha infatti completato l’opera, monopolizzando il podio dell’ultimo Grande Giro della stagione: Sepp Kuss trionfa in maglia rossa, alle sue spalle Jonas Vingegaard e Primoz Roglic. Una storia incredibile quella che si è sviluppata in queste tre settimane, con il gregario di lusso diventato leader e scortato dai suoi capitani. I gialloneri diventano così la prima squadra nella storia del ciclismo moderno a vincere tutti e tre i Grandi Giri nella stessa stagione, per di più con tre corridori diversi.
Una situazione unica nel suo genere e che sta raccogliendo consensi e dissensi: chi canta dello spirito di squadra, della meritocrazia per un gregario straordinario e tassello fondamentale nelle passate vittorie dei propri compagni di squadra. Chi invece urla contro il buonismo, contro il volontario annientamento dello spettacolo al grido di “dovrebbe vincere il più forte”. Opinioni diverse ed entrambe rispettabili sotto diversi punti di vista, ma quel che è certo è che Kuss non ha rubato niente e una parte di responsabilità va anche agli avversari, che a Javalambre nella sesta tappa hanno forse sottovalutato lo scalatore statunitense lasciandogli minuti rivelatisi poi determinanti ai fini della classifica. Andiamo dunque a dare i voti ai protagonisti della Vuelta 2023 e anche a coloro che protagonisti sarebbero dovuti esserlo e che invece si sono rivelati assenti ingiustificati.
VUELTA 2023: MONTEPREMI E PRIZE MONEY
Le pagelle finali della Vuelta 2023
Jumbo-Visma, voto 10 e lode
Non ci sono aggettivi per descrivere la Vuelta dei gialloneri, semplicemente perfetti e senza rivali. Impressionante l’arrivo sull’Angliru, con i “tre moschettieri” in parata sulla salita simbolo della corsa spagnola. Alla fine è il trionfo di uno spirito di squadra che almeno apparentemente è sembrato spontaneo in questi ultimi giorni. L’ego dei campioni Vingegaard e Roglic è stato messo da parte, quando entrambi avrebbero raggiunto dati statistici importanti trionfando a Madrid. Un’annata irripetibile, conclusa davvero con il punto esclamativo.
Juan Ayuso, voto 8
Il giovane spagnolo della UAE si conferma un talento cristallino ma non conferma il podio dello scorso anno. Ben poco ha potuto contro la corazzata della Jumbo, alla fine è comunque il primo degli umani.
Mikel Landa ed Enric Mas, voto 7.5
Piazzamento in top-5 per altri due spagnoli sulle strade di casa. Forse troppo attendisti, alla fine Ayuso se li tiene alle spalle. E’ mancato forse il successo di tappa per rendere ancora più dolce una Vuelta comunque complessivamente positiva.
Remco Evenepoel, voto 7
Davvero difficile dare un voto al fuoriclasse belga, che dopo aver vinto il Mondiale a cronometro si è presentato alla Vuelta da campione uscente. Grande prima settimana con la vittoria di tappa e la maglia rossa, poi le difficoltà e la crisi nera nella tappa del Tourmalet che lo ha fatto uscire dalla classifica generale. La reazione però è da campione, con altre due vittorie di tappa e il dominio nella classifica del miglior scalatore. Chissà che queste tre settimane non siano anche un’opportunità per riflettere sul futuro e per una crescita a livello caratteriale.
Alberto Dainese, voto 7
Tolta la “solita” cronometro griffata Ganna, è sua l’unica vittoria italiana in una frazione in linea di questa Vuelta. Sicuramente il parco velocisti in Spagna non era lontanamente equiparabile a quello di Giro e Tour, ma ad ogni modo è arrivato un successo molto pesante per il classe 1998 che può ancora crescere. Menzione speciale anche per altri due italiani di belle speranze come Lorenzo Milesi e Andrea Piccolo, che hanno vestito la maglia rossa nei primi due giorni.
Geraint Thomas e il Team Ineos, voto 4
Il gallese era uno dei big attesi, invece non si è praticamente mai visto e non è mai stato in corsa per le posizioni che contano. L’intera squadra è apparsa in difficoltà con la sola eccezione di un ottimo Filippo Ganna (voto 8), unica certezza italiana e capace anche di trovare due secondi posti allo sprint. Un esperimento interessante e molto utile in ottica futura nella lotta per le Classiche. Per la Ineos invece un’occasione per riflettere e forse pensare a qualche cambiamento nel futuro prossimo.
Hugh John Carty, voto 4
Anche il britannico, terzo alla Vuelta 2020, è da ascrivere al registro dei grandi delusi di questa edizione. Mai competitivo, è apparso fin da subito non in grado di confermarsi ad alti livelli.