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Nel bene e nel male, è lui il mattatore. Il crollo ieri, una giornata no (per usare quasi un eufemismo) che si trasforma in un piccolo dramma sportivo, la capacità dopo nemmeno ventiquattrore di metabolizzare subito la disfatta e di sfruttare la grande opportunità offerta da una corsa a tappe come la Vuelta: non si resetta tutto, ma ogni giorno è un nuovo giorno per lasciare il segno. E così, Remco Evenepoel, da grande, grandissimo sconfitto si trasforma in – come siamo abituati a conoscerlo – dominatore e campione, prendendosi la quattordicesima tappa con partenza da Sauveterre-de-Bearn e arrivo a Larra-Belagua dopo 156.5 km di montagna, in cui il belga della Soudal-Quickstep dimostra di che pasta è fatto e con grandissimo spirito d’animo e quasi come se si sentisse in difetto nei confronti di tutti, va subito a riequilibrare parzialmente le cose con un gran bel trionfo. Ecco di seguito i voti ai protagonisti.
REMCO EVENEPOEL voto 10 e lode. Le lacrime al traguardo dicono tutto: ieri è stata una giornata no, ci teneva subito a riprendersi quanto perso, anche se la classifica generale è andata: il massimo che poteva fare era vincere la tappa – dura- dell’indomani, e lui lo fa da fenomeno assoluto, dimostrando quanto sia un corridore eccezionale. Al quale non si può che voler bene.
ROMAIN BARDET voto 8. La vecchia volpe è l’ultimo a mollare, spera di poter essere portato fino al traguardo da Remco e poi chissà , invece viene staccato a 4 km dalla fine e può solo accontentarsi del secondo posto e di aver offerto spettacolo in avanscoperta.
SEPP KUSS voto 7. Come le tappe della Vuelta che lo separano dall’ultima recita a Madrid: il grande sogno di vincere è lì a un passo e deve solo tener botta sulle prossime salite dal possibile attacco del fuoco amico alla voce Roglic e Vingegaard.
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