Battaglia si attendeva e battaglia è stata nel primo atto del weekend d’alta quota alla Vuelta a España 2017. A vincere sul traguardo di Sierra de la Pandera è Rafał Majka, che riscatta così una Vuelta (e una stagione) per lui sottotono. Il polacco della Bora-Hansgrohe si impone al termine di una fuga da lontano, precedendo sul traguardo il colombiano Miguel Angel Lopez (Astana Pro Team), che – avvantaggiatosi nel finale sui big in fase di studio – si muove troppo tardi per poterlo impensierire.
Al terzo posto si piazza un ottimo Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), che guadagna così alcuni secondi di abbuono su Chris Froome (Team Sky). Il britannico rimane saldamente in possesso della maglia roja, con 55” di vantaggio sullo Squalo dello Stretto, ma la superiorità dimostrata in salita a inizio Vuelta pare essersi dissolta, e la strada per Madrid è ancora lunga (e dura).
LE PAGELLE
Rafał Majka 10
Il polacco riscatta una stagione poco fortunata nei grandi giri con questo prestigioso successo di tappa. Majka si inserisce nella fuga di giornata e sulle dure rampe di Sierra de la Pandera fa il vuoto, resistendo egregiamente al ritorno dei migliori. Sfumata la possibilità di cogliere un buon piazzamento in classifica generale (suo obiettivo iniziale), lo scalatore polacco trova comunque il modo di lasciare il segno. Bravo.
Miguel Angel Lopez 8
Secondo posto di tappa per il giovane colombiano dell’Astana, che – poco marcato dagli altri uomini di classifica – decide di muoversi forse troppo tardi, quando Majka risulta ormai imprendibile. Ma Lopez, vincitore pochi giorni fa a Calar Alto, dimostra ancora una volta di esserci. Un talento dal sicuro avvenire.
Vincenzo Nibali 8
Lo Squalo è ancora una volta il più generoso, cercando in tutti i modi di mettere in difficoltà il rivale Chris Froome con attacchi a ripetizione. Vincenzo si muove a circa 4 km dall’arrivo e con lui rimane il solo Contador (che – forse al gancio – non collabora), mentre Froome inizialmente non sembra riuscire a seguire i due. Solo in un secondo tempo la maglia roja ricuce a fatica il gap di una manciata di secondi. Ma Nibali ha ancora la forza di allungare in vista del traguardo, conquistando il terzo posto e i relativi 4” di abbuono. Un ottimo segnale in vista di domani, quando l’elevata altitudine della Sierra Nevada (oltre 2500 m di quota) dovrebbe favorirlo ulteriormente.
Chris Froome 7
Il leader della classifica generale corre come al suo solito, non rispondendo immediatamente agli allunghi dei rivali, ma seguendo le proprie “tabelle di corsa” e rientrando in un secondo momento. Così facendo, Froome cede a Nibali i soli 4” di abbuono sul traguardo, ma la superiorità che in salita aveva dimostrato fino a pochi giorni fa oggi sembrerebbe venuta meno. Nulla di sorprendente, tenuto conto del fatto che il britannico è reduce dalla vittoria al Tour de France, e un eventuale calo di condizione (da lui stesso paventato) nella seconda parte di questa Vuelta sarebbe fisiologico.
Wilco Kelderman e Ilnur Zakarin 7,5
L’olandese e il russo dimostrano un’eccellente continuità di rendimento. Giungendo al traguardo assieme a Nibali e a Froome, i due distanziano Esteban Chaves e lo scavalcano in classifica generale. Ora rispettivamente terzo e quarto, Kelderman e Zakarin hanno la possibilità di contendersi quello che sarebbe per entrambi il primo podio in un grande giro. Un risultato che Zakarin aveva già sfiorato lo scorso maggio al Giro d’Italia, concluso al quinto posto.
Alberto Contador 6
Anche oggi il fuoriclasse spagnolo è all’altezza dei migliori, ma senza quel guizzo che aveva dimostrato invece nei giorni scorsi. Quando si ritrova da solo con Nibali nel finale, Contador non trova la forza per collaborare con lo Squalo dello Stretto, perdendo l’opportunità di mettere in difficoltà Froome ed eventualmente giocarsi il successo di tappa. I 6” persi pagati poi a Nibali, Froome, Zakarin e Kelderman in vista del traguardo indicano che più di così non potesse fare oggi. Ma il Pistolero, c’è da scommetterci, avrà altre cartucce da sparare di qui alla fine.
Esteban Chaves 5,5
Il giovane colombiano oggi sbaglia i tempi, muovendosi troppo presto (appena prima rispetto a Nibali, che sulla sua azione rilancia mettendolo in difficoltà) e pagando lo sforzo nel finale. I 26” persi da Chaves nei confronti di Kelderman e Zakarin (che lo scavalcano in classifica generale), gli costano il podio al momento.
Fabio Aru 6,5
Anche Aru (come Froome, Bardet e altri atleti) è reduce dal Tour de France ed evidentemente lontano dalla miglior condizione. Oggi, lungo la salita di Sierra de la Pandera, il Cavaliere dei 4 mori appare in difficoltà sin dalle prime rampe, ma non molla mai e, con la consueta grinta e determinazione, paga appena una trentina di secondi ai migliori di classifica. Impossibile non elogiarlo per lo straordinario carattere, grazie al quale può arrivare laddove le gambe non lo supportano al momento.