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Sull’Alto del Naranco, traguardo della 9ª tappa della Vuelta a Espana 2016, sboccia il talento di David de la Cruz. Il corridore della Etixx, in fuga con altri undici uomini, conquista a 27 anni la prima vittoria in carriera con un bell’attacco sulla salita finale e si porta a casa anche la maglia rossa di leader della generale. Lo spagnolo ha staccato ai 700 metri dall’arrivo Dries Devenys, con il quale si era avvantaggiato negli ultimi chilometri. Terzo il nostro Moreno Moser, partito troppo tardi per poter raggiungere i due fuggitivi. L’Italia incassa così un altro piazzamento in questo inizio di Vuelta. Peccato.
Fin dal chilometro zero nasce una fuga a undici piuttosto interessante, di cui fanno parte tra gli altri il nostro Moreno Moser (Cannondale), David de la Cruz (Etixx-Quick Step), Luis Leon Sanchez (Astana), Alexandre Geniez (FDJ), Jan Bakelants (Ag2r), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal),), Simon Clarke (Cannondale), Dries Devenyns e Mathias Frank (IAM Cycling). La tappa si presta agli attacchi con cinque GPM (tre di 3ª categoria e due di seconda) e un gruppo che non ha nessun interesse a sfiancarsi in previsione della dura tappa di lunedì. Il vantaggio si mantiene nell’ordine dei 5 minuti, ma giusto perché non si può lasciare troppo spazio a de la Cruz, 16° della generale a 2’46” da Quintana.
Thomas De Gendt tenta l’impresa solitaria ai meno 40, ma il traguardo di Alto del Naranco fa gola a molti e l’azione del belga muore in una manciata di chilometri. È battaglia nel gruppetto di testa. Ai piedi della salita finale sono David de la Cruz e Dries Devenyns a provarci. Dietro tergiversano e s’improvvisano scatti e scattini a ripetizione. Si lancia all’inseguimento Moreno Moser, ma ormai è troppo tardi. De la Cruz lascia sul posto Devenys, alle prese con un problema meccanico, ai 700 metri dal traguardo e va a conquistare anche la maglia roja per 22”. La Movistar recupera nel finale, ma non si danna l’anima per conserva la leadership. Ci sarà tempo per Nairo Quintana di riprendersi il primo posto, forse già da domani. Quello ai laghi di Covadonga è un finale durissimo, con un’asperità di 12 km al 7% di pendenza media. Ormai non ci sono più scuse, la Vuelta è entrata nel vivo.
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