[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Anche a 35 anni suonati, Vincenzo Nibali continua ad essere l’uomo più rappresentativo e carismatico del ciclismo italiano. Lo ha dimostrato un 2019 che si è chiuso per lo “Squalo” tra luci e soprattutto ombre, con i risultati che non sempre hanno dato ragione al siciliano. Si è trattata anche della terza e ultima stagione di Nibali con la Bahrain-Merida: dal 2020 infatti la nuova squadra del messinese sarà la Trek-Segafredo, con cui ha firmato un contratto biennale. Appare quindi quasi certo che il 2020 non sarà l’ultima stagione della carriera di Nibali, ma potrebbe essere davvero un’ultima occasione per ampliare un palmarès che già oggi lo inserisce tra i grandissimi del ciclismo. Ma procediamo con ordine, andando quindi a riassumere il 2019 dello Squalo.
La prima parte di stagione ha lasciato intravedere subito spiragli positivi, con i piazzamenti in top-10 alla Milano-Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi, da sempre le Classiche che più si avvicinano alle caratteristiche di Nibali. Il Tour of the Alps, chiuso al terzo posto dietro a Sivakov e Geogheghan Hart ha rappresentato l’avvicinamento ideale al grande obiettivo della Primavera: il Giro d’Italia. Alla Corsa Rosa è arrivato un secondo posto che di per sè è un ottimo risultato, con il sesto podio al Giro che rappresenta un dato statistico impressionante. Inutile però nascondere il rammarico per quella che è sembrata anche un’occasione sprecata, senza nulla togliere al vincitore Richard Carapaz. Eloquente la tappa di Courmayeur, dove Nibali ha curato quasi esclusivamente Primoz Roglic consentendo all’ecuadoregno di guadagnare minuti decisivi.
L’estate ha visto la partecipazione dello Squalo al Tour de France, una scelta forse nemmeno troppo condivisa con la squadra verso cui appaiono già evidenti i dissapori. Provato dal Giro, Nibali non è riuscito a fare classifica ma ha comunque lasciato il segno conquistando l’ultima tappa di montagna a Val Thorens, per quella che è stata probabilmente la miglior giornata del siciliano in questa stagione. L’ultimo obiettivo stagionale era il Lombardia, ma le energie sono mancate nel momento decisivo della Classica delle foglie morte relegando Nibali a mero comprimario.
Cosa dobbiamo aspettarci da Nibali per il 2020, forte dell’arrivo in Trek-Segafredo? L’impressione è che i Grandi Giri non saranno più l’obiettivo principale di Vincenzo, anche se il primo picco di forma probabilmente sarà ricercato ancora per attaccare il podio del Giro. Una scelta condivisibile, perchè tanti giovani stanno salendo alla ribalta delle scene e a quasi 36 anni vincere una grande corsa a tappe di tre settimane si fa sempre più complicato. Sembra naturale che l’attenzione di un fuoriclasse come Nibali per il 2020 sia essenzialmente su due obiettivi: le Olimpiadi di Tokyo e il Mondiale di Aigle-Martigny, in Svizzera. Sono i due grandi appuntamenti che finora per un motivo o per un altro sono mancati nella carriera di Nibali ed entrambi presentano percorsi estremamente duri e selettivi che si prestano alla perfezione ad un corridore di grande fondo come lo Squalo.
Il sogno è chiudere con il botto, prendendosi anche una grande rivincita verso il passato: impossibile dimenticare la caduta ai Giochi di Rio 2016 quando sembrava lanciato verso almeno il podio, così come il quarto posto del Mondiale di Firenze 2013 dopo varie cadute e l’appuntamento fallito ad Innsbruck 2018 dopo la caduta al Tour de France sull’Alpe d’Huez. Una cosa è certa: la voglia dello Squalo di azzannare la preda e alzare la pinna è ancora tanta.
https://www.sportface.it/ciclismo/ciclismo-pagellone-italiani-per-2019-trentin-bettiol-ci-siamo-aru-ultima-chiamata/941061
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]