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La sesta tappa del Tour de France 2023 è appena conclusa, ma rischia di passare già agli annali come una di quelle da ricordare ripensando all’edizione 110 della Grande Boucle. Lungo i 145 chilometri da Tarbes a Cauterets-Cambasque è andato in scena uno spettacolo meraviglioso, che ha avuto come sfondo le salite mitiche dell’Aspin e del Tourmalet dove la corsa è esplosa a oltre 50 km dall’arrivo. L’attacco frontale della Jumbo-Visma e di Jonas Vingegaard a Tadej Pogacar, che però stavolta a differenza di ieri ha risposto con reattività e nel finale è riuscito anche a staccare il rivale andando a vincere in solitaria.
L’ORDINE DI ARRIVO DELLA SESTA TAPPA
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Oltre alla prestazione maiuscola da un punto di vista fisico, a impressionare è stata la reazione di Pogacar che in 24 ore è riuscito a voltare pagina dando un segnale davvero importantissimo nell’ottica delle tre settimane. La Jumbo-Visma corre da padrona, si prende la maglia gialla con Vingegaard ma rimanda ancora una volta l’appuntamento con la vittoria al termine di una giornata che ha visto Kelderman e Kuss lanciare il proprio capitano e poi un Wout Van Aert semplicemente monumentale, pronto a lavorare fino al letterale sfinimento per il danese. Sembra passata una vita dalla partenza di Bilbao, ma siamo ancora nella prima settimana. E’ solo l’inizio di un viaggio entusiasmante verso Parigi.
Le pagelle della sesta tappa
Tadej Pogacar, voto 10 e lode
Semplicemente meraviglioso. Dopo aver pagato dazio ieri sul Marie Blanque, oggi il fuoriclasse sloveno si fa trovare prontissimo. Attaccato con ferocia dalla Jumbo-Visma, non perde un metro nè sul Tourmalet nè sulla salita finale rispetto alle accelerazioni di Vingegaard. Legge la situazione al meglio e nel momento perfetto assesta uno scatto che manda in difficoltà il rivale. Adesso sono pochissimi i secondi di ritardo in classifica: il Tour non è mai stato chiuso, ma adesso è più aperto che mai.
Jonas Vingegaard, voto 10
E’ mancato lo scatto secco di ieri nel finale, ma per il resto altra prestazione mostruosa del danese. Tempi da record sul Tourmalet, coraggio nell’attaccare da lontano forse nella convinzione di trovare ancora un Pogacar non al meglio. Stavolta però non è andata come sperato, nonostante una squadra di altissimo livello a disposizione. Ci sono due alieni al Tour 2023, uno è lui ma l’altro oggi è arrivato davanti.
Wout Van Aert, voto 9
Onnipresente. Promuove la fuga, tira in testa al gruppo degli attaccanti mentre i compagni di squadra attaccano nel gruppo maglia gialla. Non sembra avere un senso, ma alla fine hanno sempre ragione loro. Il belga continua senza vittorie di tappa, ma prestazioni come queste valgono davvero tanto.
Jai Hindley, voto 7
Prova a rispondere sul Tourmalet dopo le fatiche di ieri in fuga, forte della maglia gialla sulle spalle. Perde contatto ma non va alla deriva, mantenendo un saldo terzo posto in classifica generale. Primo degli umani, non si vince un Giro d’Italia a caso. Adesso qualche giorno più tranquillo per recuperare, le prossime due settimane possono dire molto anche sul suo futuro.
Carlos Rodriguez, voto 7
Sembra essere lui il capitano della Ineos, insieme a un mai domo Pidcock. E’ lo spagnolo a smuovere le carte nel gruppo inseguitore, lontano dai due alieni ma comunque convincente. La lotta per il podio e per la top-5 sembra apertissima e Rodriguez avanza la sua candidatura.
Team Bahrain-Victorious, voto 4
Landa già a più di cinque minuti in classifica generale e fuori dalla top-10, Bilbao poco peggio e Haig non pervenuto. Altra giornata da dimenticare per una delle squadre che sulla carta avrebbe dovuto fare delle montagne il proprio punto di forza.
Giulio Ciccone, voto 4
Respinto dal Tourmalet, l’abruzzese esce di classifica e adesso si concentrerà sulle tappe. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi e la fuga di ieri, qualcuno si era illuso ma la strada ha dato un altro verdetto. Giornata difficile per lo scalatore italiano e per tutto il Team Lidl Tek, visto il compagno di squadra Skjelmose a sua volta staccato pesantemente rispetto agli altri uomini di classifica.
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