“Il signore in giallo” illumina anche Calais. Devono aver segnato il morale di Wout Van Aert i tre secondi posti su tre tappe in Danimarca, ma dopo il prologo, entrando in terra francese, è tempo di fare sul serio per chi sulle proprie spalle porta la maglia gialla. Che porterebbe comunque, visto che è uno degli uomini di punta di un team clamorosamente forte come la Jumbo Visma, ma quella completamente dello stesso colore gli dona maggiormente. E, se ce ne fosse bisogno, dimostra quest’oggi con un numero strabiliante di essere il finisseur più forte in circolazione.
I secondi posti nel ciclismo come non mai sono i piazzamenti del primo degli sconfitti. Per questo, Wout ha architettato un piccolo capolavoro insieme al suo team: in un finale in cui bisognava ancora riprendere i due fuggitivi di giornata, che hanno dato spettacolo per tre quarti della frazione partita da Dunkerque, Van Aert parte insieme a Vingegaard e ad altri compagni della Jumbo Visma, corazzata che sembra inespugnabile, e crea il vuoto. In salita e poi in discesa, in tre-quattro km il buco che si crea è devastante. Rimane poi lui il solo in testa, mentre gli altri vengono risucchiati da un gruppo sempre più sfilacciato. Ma tanto basta per raccattare 30″ da gestire negli ultimi chilometri, perfetti da gestire mentre i treni dei velocisti provavano disperatamente a rientrare sull’uomo giallo che sembrava sempre più irraggiungibile. E così è: non lo prendono più, e finalmente Van Aert è certo di poter griffare questa Gran Boucle non solo portando la maglia gialla in spalle per qualche giorno, ma anche con una vittoria di tappa. E se la prende, a modo suo: potenza, coraggio, estro. Un fenomeno.