Il Tour de France 2020 passerà alla storia non solo come l’edizione corsa in settembre a causa della pandemia, ma forse anche per alcuni cambiamenti sostanziali nella fisionomia del percorso rispetto agli ultimi anni. L’edizione numero 107 della Grande Boucle sta infatti per partire nell’incertezza sportiva (e non solo) ma anche con le potenzialità di un grande spettacolo. Sulla carta i favoriti saranno gli scalatori, data la presenza di tante salite e soprattutto di una sola cronometro che non si rivela adatta agli specialisti. Ma andiamo con ordine e andiamo a scoprire passo per passo il Tour 2020.
I primi due giorni avranno Nizza come teatro. Se la prima tappa dovrebbe sorridere ai velocisti che si contenderanno la maglia gialla, già dalla seconda tappa la musica potrebbe cambiare con due GPM di prima categoria. Che sia un Tour diverso lo si capisce già dalla quarta tappa dove è posto il primo arrivo in salita ad Orcières-Merlette: niente di trascendentale, ma i big della generale dovranno partire subito con il piede giusto per non essere costretti a rincorrere i diretti rivali. Due giorni dopo ecco la sesta tappa con l’arrivo sul Mont Aigoual: altra vetta pedalabile ma preceduta dal Col de la Lusette che potrebbe mietere vittime illustri.
La seconda settimana si apre subito con il gruppo che ritrova i Pirenei: l‘ottava tappa infatti arriva a Loudenvielle dopo le scalate di Col de Mentè, Port de Balès e Col de Peyresourde. Niente arrivo in salita ma tappa “classica” che promette scintille se affrontata con il giusto spirito. Il giorno dopo la frazione con arrivo a Laruns è l’ultimo assaggio pirenaico, che però appare più “soft” almeno sulla carta. Dopo il primo giorno di riposo, le insidie si spostano sulla costa e sui possibili ventagli della decima tappa a Saint-Martin-de-Rè con i velocisti che avranno un’altra occasione anche a Poitiers il giorno seguente.
La dodicesima tappa appare adatta alle fughe, mentre la tredicesima frazione da Chatel-Guyon a Puy Mary Cantal potrebbe essere la dimostrazione di come le grandi salite a volte non servano per rendere dura la corsa. Oltre 4000 metri di dislivello sul Massiccio Centrale, un continuo saliscendi con arrivo in salita: un vero test per chi vorrà giocarsi il podio di Parigi. Un giorno di relativa attesa a Lione e poi ecco la quindicesima tappa, da molti considerata la frazione regina del Tour 2020: l’arrivo in salita sulla Gran Colombier arriva dopo altri due GPM molto impegnativi e l’ascesa finale misura ben 17 chilometri.
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo si entra nella terza settimana, quella decisiva: ancora Alpi a Villard-de-Lans, un semplice antipasto rispetto alla diciassettesima tappa che vedrà il Col de la Madeleine prima dell’arrivo in quota a Mèribel dopo 21 km di salita finale. Si arriva a 2304 metri, il punto più alto del Tour 2020 e sicuramente uno dei momenti decisivi della corsa. Chi vorrà recuperare e avrà ancora forze potrà tentare un attacco da lontano nella diciottesima tappa con arrivo in pianura a La Roche-sur-Foron: cinque GPM non vicinissimi al traguardo ma oltre 4000 metri di dislivello.
L’ultimo appello arriva alla penultima tappa: la ventesima frazione è infatti l’unica cronometro del Tour 2020, 36 km contro il tempo e con arrivo in vetta alla Planche des Belles Filles. Una rampa durissima che decreterà il vincitore della Grande Boucle prima della tradizionale passerella finale sui Campi Elisi di domenica 20 settembre.