[the_ad id=”10725″]
La parola chiave della sesta tappa del Tour de France 2020 è probabilmente “delusione”. Non certo per Alexey Lutsenko, che conquista la prima vittoria in carriera alla Grande Boucle al termine di una splendida cavalcata nella fuga di giornata insieme ad altri sette coraggiosi. Delude però il resto del gruppo ed in particolar modo i tanti capitani che occupano le prime posizioni di una classifica generale ancora cortissima. Se due giorni fa ad Orcières-Merlette effettivamente la salita era tutto sommato pedalabile, il Col de la Lusette di oggi si è dimostrato un terreno ideale per eventuali attacchi che però non sono arrivati.Â
Fa discutere l’atteggiamento della Ineos di Bernal, che tira il gruppo con un ritmo tale da consentire ai fuggitivi di guadagnare terreno, ma anche la corazzata Jumbo rimane a ruota senza approfittare di quella che potrebbe essere una prima settimana favorevole a Primoz Roglic. C’è chi si aspettava un incendio e invece non è arrivata nemmeno la scintilla: adesso spazio ai velocisti per domani, ma nel weekend arrivano i Pirenei e l’attendismo dovrà lasciare spazio all’azione.
CLASSIFICA GENERALE AGGIORNATA
Le pagelle della sesta tappa
Alexey Lutsenko, voto 10
Il kazako era probabilmente il corridore più quotato tra gli otto fuggitivi di giornata, ma non sempre è semplice confermare il pronostico. Invece ribadisce tutta la sua qualità staccando tutti sul Col de la Lusette e andando a vincere la sua prima tappa al Tour avvicinando le trenta vittorie da professionista, a conferma della sua familiarità con la vittoria. Protagonista assoluto di giornata.
Jesus Herrada e Greg Van Avermaet, voto 8
Lo spagnolo non molla in salita e alla fine è l’ultimo a veder volare via Lutsenko. Menzione speciale per il belga, campione olimpico di Rio 2016: in una frazione sicuramente non adatta alle sue caratteristiche va in fuga e riesce persino a conquistare il terzo posto, superando negli ultimi metri il giovane interessante Powless.
Fabio Aru, voto 6
Nell’attendismo più totale, il Cavaliere dei Quattro Mori quantomeno prova a smuovere le acque in gruppo con il suo attacco sul Col de la Lusette. Il sardo arriva a guadagnare circa un minuto sul gruppo maglia gialla ma non accorcia sui fuggitivi e alla fine viene lentamente riassorbito dal gruppo. Il segnale non è certo incoraggiante, però quello di Aru potrebbe anche essere stato un modo per mettersi alla prova: sempre meglio scattare dal gruppo che farsi staccare costantemente come accaduto in alcune delle prime tappe.
L’immobilismo dei big, voto 4
Delusione totale per chi si aspettava qualche attacco dagli uomini di classifica. L’andamento della corsa lascia parecchie perplessità : la fuga non viene lasciata andare, con gli uomini della maglia gialla Yates prima e di Bernal poi che riportano il gruppo a meno di tre minuti dalla fuga. Poi però nessuno (Aru a parte, ma è fuori classifica) prova l’allungo se non Alaphilippe negli ultimi 500 metri per andare a rosicchiare un secondo. Il terreno c’era, peccato: non resta che attendere il weekend.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]