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Il finale di tappa sembrava disegnato apposta per lui, e sul traguardo di Cherbourg-en-Cotentin Peter Sagan non ha tradito. Il campione del mondo si è imposto nella seconda frazione del Tour de France 2016, indossando la prima maglia gialla della sua carriera. Sagan interrompe così un digiuno che alla Grande Boucle durava da tre anni, durante i quali aveva comunque collezionato ben quindici piazzamenti sui podi di tappa, oltre alla maglia verde della classifica a punti (conquistata nelle ultime quattro edizioni). Una vittoria delle sue, ottenuta in una volata ristretta con cui lo slovacco ha avuto la meglio sul gioiello francese Julian Alaphilippe e sul campione murciano Alejandro Valverde. Un finale spettacolare per una tappa che non ha mancato di riservare sorprese, anche in ottica classifica generale finale.
Una tappa animata ancora una volta da una fuga: protagonisti la maglia a pois Paul Voss e il suo compagno di squadra Cesare Benedetti (Bora-Argon 18), il norvegese Vegard Breen (Fortuneo-Vital Concept) e il belga Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). A oltre 120 km dall’arrivo, una maxi caduta nella pancia del gruppo coinvolge nuovamente Alberto Contador: “El Pistolero” è costretto a cambiare la propria bicicletta, ma riesce a rientrare nel plotone principale, pur palesando una certa rassegnazione contro la sfortuna che sembra non volerlo abbandonare. Un inizio di Tour da incubo per lui. A una ventina di chilometri dalla conclusione, il drappello dei fuggitivi (che gestiscono ancora un margine di circa 3′ sul gruppo maglia gialla) inizia a sfaldarsi: il trentino Cesare Benedetti è il primo a perdere contatto, vittima del ritmo infernale imposto da Jasper Stuyven. Sulla Côte d’Octeville, a 8 dall’arrivo, il belga si libera anche della compagnia degli altri due e prosegue da solo, ma con il gruppo all’inseguimento e in forte rimonta.
Stuyven imbocca l’asperità conclusiva – la Côte de La Glacerie – con un minuto di vantaggio e, transitando per primo al gran premio della montagna, riesce quantomeno a strappare a Paul Voss la maglia a pois che contraddistingue il miglior scalatore del Tour. Resterà l’unica soddisfazione della sua giornata: purtroppo per lui, la strada non spiana neppure dopo il GPM, e il gruppo – inesorabile – lo inghiotte a meno di 500 metri dal traguardo. Di quel drappello non fa più parte Mark Cavendish: la maglia gialla, al pari degli altri velocisti, ha già alzato bandiera bianca. Lo sprint in apnea è lanciato: Peter Sagan si ritrova in testa con largo anticipo, ma abilmente si lascia sfilare, posizionandosi in scia a Julian Alaphilippe e fuoriuscendo nuovamente negli ultimi metri, in tempo per saltare il francese e concludere vittorioso. Tuttavia non a braccia alzate: l’istrionico slovacco ignorava che tutti i fuggitivi fossero stati ripresi…
Il finale miete diverse vittime e distacchi (più o meno) significativi vanno registrati anche tra gli uomini di classifica. Se Chris Froome, Fabio Aru e Nairo Quintana si fanno trovare pronti, lo stesso non si può dire per Thibau Pinot, che – al pari di Vincenzo Nibali – paga un buco nel finale e perde 11”. Ma il vero sconfitto di giornata è Alberto Contador: complici probabilmente i postumi delle due cadute, lo spagnolo si stacca sulla breve salita finale e taglia il traguardo a 48” da Sagan (e dai rivali). Peggio ancora va a Richie Porte, che perde 1’45” a causa di una foratura a 4 km dalla conclusione.
Ai seguenti link trovate DICHIARAZIONI PROTAGONISTI a fine tappa e CLASSIFICHE AGGIORNATE.
Domani la terza tappa (una delle più lunghe di questa edizione della Grande Boucle), con la quale la carovana lascerà la Normandia per approdare nella Loira. Da Granville ad Angers, 223,5 km che – con ogni probabilità – vedranno tornare di scena i velocisti.