Anche l’ultima tappa alpina è andata in archivio e la sola passerella finale sugli Champs-Élysées ci separa dalla conclusione di uno dei Tour de France meno avvincenti degli ultimi anni. Una Grande Boucle che, per la terza volta nella sua storia, va a Chris Froome. Il “Kenyano bianco” – soprattutto grazie al suo Team Sky che ha monopolizzato la corsa dall’inizio alla fine – può dunque tirare un sospiro di sollievo e gioire per questo nuovo trionfo. “Una sensazione meravigliosa. Una gioia che voglio condividere con i miei compagni, assolutamente fantastici. Oggi la gamba non era quella dei giorni migliori, e sono contento di essere arrivato in fondo a questa tappa. Il Tour finisce domani, ma è una sensazione incredibile”, ha detto Froome. Una maglia gialla che, per la verità, ha subito ben pochi attacchi nell’arco di queste tre settimane e che oggi – a dispetto delle difficoltà altimetriche e meteorologiche – ha potuto gestire agevolmente la corsa dal primo all’ultimo chilometro, concludendo in parata con i propri compagni.
Gli uomini di classifica hanno infatti sotterrato l’ascia di guerra, mentre davanti ci si giocava la vittoria di tappa. E a spuntarla è stato Jon Izagirre (Movistar), cancellando così lo zero dalla casella dei successi di tappa ottenuti dalla Spagna in questa edizione del Tour: “In fuga con me c’erano avversari molto forti, ma mi sentivo bene. Ho dato tutto e ce l’ho fatta. Un Tour positivo per noi della Movistar, tutto considerato; peccato per il sogno giallo che è sfumato, ma questa mia vittoria e il podio di Nairo sono comunque un buon risultato”. Ben altre erano infatti le ambizioni iniziali della formazione diretta da Eusebio Unzue, ma Nairo Quintana (leader designato della squadra) non si è mai dimostrato all’altezza del suo rivale britannico e il terzo posto finale non è che una magra consolazione per lui e per il team.
Tra gli avversari di Izagirre in fuga, oggi, vi era anche Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto è arrivato con i primi in cima all’asperità conclusiva (l’impegnativo Col de Joux Plane), ma è stata proprio la discesa – storicamente suo terreno prediletto – ad annullarne le chances di vittoria. “Ho avuto un po’ di timore sul bagnato, mi sentivo come bloccato, forse a causa dello scivolone di ieri”, ha detto un Nibali piuttosto rammaricato. “Mi dispiace ancora di più alla luce di com’è andata dietro con Fabio; una mia vittoria avrebbe potuto dare un minimo di gioia in più, ma oggi non è stato semplice purtroppo. Sin dall’inizio della tappa siamo andati molto forte; quando nel finale ho accelerato, le forze erano uguali per tutti, e dietro hanno reagito bene. Ho cercato di mantenere un ritmo alto, ma non era semplice. In questo Tour sono andato spesso all’attacco, ma per un motivo o per l’altro non sono arrivati risultati. Non è stato facile per me ritrovare la condizione dopo il Giro, ma in quest’ultima settimana mi sono sentito molto meglio. Ora pensiamo all’Olimpiade, che certamente non sarà semplice; faremo un bel gruppo e vedremo come andrà”.
Della tappa di Nibali ha parlato anche Stefano Zanini, direttore sportivo dell’Astana, soffermandosi inoltre sulla terribile crisi che è costata a Fabio Aru il piazzamento tra i primi dieci della classifica generale: “Il nostro obiettivo oggi era cercare il podio, ma purtroppo Fabio è incappato in una giornata storta; cose che del resto sono sempre capitate anche ai più grandi di questo sport. A quel punto abbiamo deciso di giocarci la tappa con Vincenzo, ma gli altri due sono andati troppo forte in discesa, mentre lui non se l’è sentita di rischiare sul bagnato”.