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La morte di Marco Pantani resta un caso a 15 anni dalla sua effettività, datata 14 febbraio 2004, giorno nel quale l’ex atleta è stato trovato senza vita in un residence a Rimini. I produttori del programma d’intrattenimento Le Iene hanno pensato di indagare a fondo sulla faccenda, intervistando peraltro Fabio Miradossa, spacciatore di Pantani, il quale ha rilasciato delle importante dichiarazioni in merito.
In un servizio del programma prima citato su Italia 1 andato in onda martedì 9 ottobre, Miradossa ha detto la sua riguardo l’oscura morte dell’ex ciclista: “Marco non è morto per la cocaina. Marco è stato ucciso. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è andata così. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso era lucido. Marco è stato al Touring ha consumato lì e quando è ritornato al Residence Le Rose era lucido”.
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In chiusura Miradossa ha precisato l’impossibilità di un suicidio di Pantani, conoscendolo di persona: “Ma non scherziamo proprio, può essere stato un debole che si è rifugiato nella droga ma che abbia voluto uccidersi no”. Il caso rimane chiuso per la giustizia, ma non tutto torna nella vicenda che ha portato al decesso l’ex campione del ciclismo.
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