Due vittorie da cannibale nelle due tappe dedicate alla lotta tra i big, la maglia gialla ben salda sulle spalle, per la serie “dove eravamo rimasti?”. Tadej Pogacar riprende dove aveva lasciato negli ultimi due anni, e nelle prime nove tappe del Tour de France è già al comando della classifica generale. Lo sloveno è in giallo, così come chi lo insegue, visto che il rivale rimasto maggiormente in sella in questa caccia all’uomo che sta dominando la Grande Boucle da tutto il post Covid in avanti, è Jonas Vingegaard, ormai numero uno della Jumbo Visma dopo le difficoltà di Primoz Roglic, trentanove secondi dietro. Gli altri, da un ottimo Geraint Thomas ai vari Yates e Bardet, pagano tra il minuto e il minuto e mezzo, distacchi di certo colmabili, ma con un Pogacar in queste condizioni, sembra quasi impossibile. E’ vero, però, che dopo questa giornata di riposo, sarà tempo di nuove salite, del resto mancano ancora dodici tappe e due settimane e la corsa contro il fuoriclasse sloveno è appena cominciata.
Che, per la verità, nelle ultime ore ha dovuto dribblare anche il rischio di un contagio da Covid: un compagno è andato a casa, tutta la UAE-Emirates era col fiato sospeso per il nuovo giro di tamponi di oggi: per fortuna, tutti negativi, dunque la maglia gialla resta sulle strade del Tour così come tutti i rivali, meno Guillaume Martin che aveva già dovuto abbandonare la corsa. Se Pogacar è il protagonista – annunciato – tra i big, se il Covid vuol provare a diventare l’antagonista di tutti, l’uomo copertina di questi primi undici giorni è sicuramente Wout Van Aert, che c’ha veramente fatto divertire. Maglia gialla dalla seconda tappa, prima di cederla a chi sa andare meglio in salita, il formidabile belga ha centrato tre secondi posti nel prologo in Danimarca, quindi ha deciso che era il momento di vincere e lo ha fatto, con dei numeri da circo, portando a casa due frazioni, la quarta e l’ottava, vestendo il giallo, cadendo in modo rovinoso, partendo in solitaria per azioni disumane e irresistibili. Corridore totale, un giorno lo trovi a fare la volata, l’altro in fuga per duecento km: ma soprattutto, spesso lo trovi lì ad alzare le braccia al cielo al traguardo. E’ il nuovo “uomo della prima settimana”, il migliore degli umani, anche se di umano ha ben poco. Tadej ci perdoni, ma in attesa delle tappe decisive, per ora le luci dei riflettori deve – quantomeno – dividerle con Wout.