
Mathieu van der Poel - Foto DIRK WAEM/Belga/Sipa USA
Il momento più atteso della primavera per gli appassionati di ciclismo è arrivato: mancano meno di 24 ore al via della Parigi-Roubaix, la regina delle classiche. Partenza da Compiegne e arrivo dopo 259 km nel velodromo più famoso al mondo: nel mezzo 55 kilometri di pavé, con tratti leggendari come la Foresta di Arenberg, Mons-en-Pevele e il Carrefour de l’Arbre, che promettono grande spettacolo. Confermata la variazione già in vigore lo scorso anno, con una serie di curve che hanno l’obiettivo di rallentare la velocità di ingresso al Trouée d’Arenberg, che fino al 2023 veniva approcciato a ritmi altissimi e spesso si è rivelato teatro di cadute.
Ogni settore potrebbe fare la differenza, e la testimonianza lampante l’ha data Mathieu van der Poel nella scorsa edizione, quando partì in solitaria a 60 km dal traguardo nel settore di pavé numero 13 (Orchies). A scombussolare la situazione potrebbe aggiungersi anche il meteo, allo stato attuale ancora un’incognita; domani infatti nel nord della Francia è prevista pioggia, spesso temuta assieme al fango.

BELGA PHOTO JASPER JACOBS (Photo by JASPER JACOBS/Belga/Sipa USA)
I favoriti: van der Poel davanti a tutti, ma dietro scalpitano
Due volte campione in carica, Mathieu van der Poel parte davanti a tutti nella griglia dei favoriti della vigilia. Il fuoriclasse olandese ha dominato la passata edizione e punta a uno storico tris, impresa riuscita solo al francese Octave Lapize (dal 1909 al 1911) e in epoca moderna a Francesco Moser (dal 1978 al 1980). Nomi che hanno fatto la storia di questa corsa come Rik Van Looy, ‘Monsieur Roubaix’ Roger De Vlaeminck e Tom Boonen si sono tutti fermati a due vittorie consecutive; VDP ha tutte le carte in regola per superarli, soprattutto se, come sembra, dovesse piovere: venendo dal ciclocross è infatti in grado di esaltarsi con condizioni atmosferiche difficili.
Rispetto alla passata edizione però, il campo partenti è più vasto. A cominciare dal campione del mondo Tadej Pogacar, fresco vincitore del Giro delle Fiandre e per la prima volta al via nell’Inferno del Nord; rispetto alle altre classiche però la Parigi-Roubaix non presenta tratti in salita, aspetto che penalizza il fuoriclasse sloveno, abituato a fare la differenza quando la strada si impenna. Per lui sarà fondamentale l’aiuto della squadra: da questo punto di vista la UAE è attrezzatissima, potendo contare su nomi di peso che ben si sanno districare su un tracciato così complesso come Nils Politt (secondo nel 2019 e quarto l’anno scorso), Florian Vermeersch (secondo all’esordio nel 2021), ma anche Antonio Morgado e Tim Wellens.

Pedersen terzo incomodo, Van Aert contro la cabala
Chi cerca invece la prima affermazione in una Classica Monumento è Mads Pedersen. Il danese si è comportato egregiamente al Fiandre solo sette giorni fa chiudendo al secondo posto, e in precedenza ha alzato le braccia al cielo alla Gand-Wevelgem per il secondo anno di fila. Alla Parigi-Roubaix può vantare il terzo posto della passata edizione (oltre al quarto del 2023), e le sue caratteristiche ben si adattano con il pavé, potendo contare anche sullo spunto veloce nel caso di arrivo in un gruppo ristretto. Può contare anche su una grande squadra come la Lidl-Trek, che presenterà al via Jasper Stuyven, Mathias Vacek e Jonathan Milan a suo supporto. Inoltre è in grado anche lui di esaltarsi con il maltempo, motivo per il quale sembra alla vigilia il principale antagonista di van der Poel.
Wout Van Aert è il quarto nome che va inserito nel lotto dei favoriti. Il belga dovrà lottare contro la sfortuna che spesso lo ha accompagnato nella regina delle classiche, corsa che però lo ha spesso e volentieri visto esibirsi ad altissimo livello, come dimostrano i podi del 2022 e 2023. Nelle ultime ore è anche circolato in rete un video che lo riprende alle prese con una foratura nella ricognizione di un tratto di pavé, in cui è riuscito ad evitare per miracolo la caduta. La scorsa settimana alla Ronde ha risposto da campione alle tante critiche piovute addosso a lui e alla Visma per la pessima gestione del finale nella Dwars door Vlandeeren, correndo con grande generosità e collezionando un quarto posto che vale molto.

Tanti i possibili outsider alla Parigi-Roubaix
L’Inferno del Nord è la classica che più si presta alle sorprese, dato che la selezione non si fa in salita ma sugli innumerevoli e interminabili tratti in pavé. Tra i possibili outsider c’è anche Filippo Ganna, in forma scintillante nelle ultime settimane; dopo il secondo posto alla Milano-Sanremo ora punta in grande tra le pietre della Parigi-Roubaix, la classica che forse più si addice alle sue caratteristiche. L’alfiere della Ineos Grenadiers ci ha provato anche la settimana scorsa al Giro delle Fiandre, ma ha dovuto soccombere sotto i colpi di un imprendibile Pogacar: su di lui sono riposte le speranze italiane di riportare il Belpaese sull’albo d’oro della regina delle classiche: nel terzo millennio ci è riuscito solo Sonny Colbrelli con la sua impresa del 2021, mentre il precedente successo risale al 1999, targato Andrea Tafi.
Da tenere in grande considerazione c’è anche Jasper Philipsen, molto pericoloso in caso di arrivo in un gruppo a ranghi ristretti date le sue caratteristiche da velocista. Il belga peraltro ha chiuso al secondo posto sia l’anno scorso che nel 2023, pur con un grande distacco dal suo compagno di squadra vincitore. Gli altri nomi da attenzionare sono i soliti cacciatori di classiche come Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Laurence Pithie (Red Bull Bora Hansgrohe), Soren Waerenskjold e Alexander Kristoff (Uno-X Mobility), per i quali un piazzamento in top ten sarebbe già un risultato di grande rilievo.