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“Da casa non la guardavo tanto in tv, in ogni caso meno della Milano-Sanremo, un appuntamento fisso per me. Piano piano è iniziata a salire la passione anche per questa Classica, ma, come sapete, in tv è tutto bello, quando devi farla veramente, non lo è: questa corsa o la ami o la odi, ma sei un sadico se la ami! I giorni successivi hai dolori ovunque, le mani distrutte, il sedere uguale. C’è il fascino delle pietre, sì, ma amarla… no, non la si può amare”. Con queste parole alla Gazzetta dello Sport, Filippo Ganna presenta una delle Classiche Monumento, la Parigi-Roubaix 2022. Occhi puntati sui settori in pavè: la Foresta di Arenberg, Mons-en-Pévèle e Carrefour de l’Arbre. “Da giovincello si affrontavano con più inconsapevolezza – spiega l’azzurro della Ineos Grenadiers – adesso sapere che dovrò affrontare 55 chilometri di sassi, che il pericolo è dietro l’angolo… non è il massimo. Saranno proprio i sassi i rivali principali”. E conclude: “Vorrei che ci fosse la targhetta con il mio nome nelle docce, vorrei portare a casa il sasso e non farla più. Finché non succede, continuerò a provarci. Io ringrazio per il grande sostegno che sto ricevendo, ma non so perché la gente pensi che sia un favorito”.
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