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Una corsa che vale una stagione, a maggior ragione quando la si disputa in casa. E’ questo il Mondiale di Imola 2020, che si chiude tra pochissime ore con l’attesissima prova in linea degli uomini Elite. Su un percorso molto selettivo, dove le salite di Mazzolano e Cima Gallisterna faranno la differenza, tanti i nomi che proveranno a conquistare la maglia iridata di campione del mondo. Andiamo dunque a scoprire insieme quali sono i corridori più accreditati alla vigilia e quali invece potrebbero sorprendere.
IL PERCORSO E L’ALTIMETRIA DELLA PROVA
I FAVORITI – I primi nomi della vigilia non possono che essere due: Wout Van Aert e Julian Alaphilippe. Il percorso sembra essere disegnato su misura per il belga e per il francese, corridori esplosivi che anche in caso di arrivo in un gruppo ristretto possono tranquillamente essere avvantaggiati rispetto a tanti altri. Van Aert ha confermato la condizione del Tour con l’argento della cronometro alle spalle di Ganna, mentre Alaphilippe sembra aver focalizzato la preparazione a quest’appuntamento già durante la Grande Boucle.
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Parlando di Tour, c’è la Slovenia da tenere in forte considerazione: Tadej Pogacar e Primoz Roglic sono infatti compagni di squadra, dopo aver chiuso in prima e seconda posizione a Parigi. Dopo tre settimane molto dispendiose sia mentalmente che fisicamente bisognerà capire quante saranno le forze a disposizione, ma dopo averli visti su Alpi e Pirenei risulta difficili non inserirli tra gli uomini più attesi della vigilia. C’è chi invece in Francia non ha corso, dopo un agosto ad altissimi livelli: il riferimento è a Jakob Fuglsang, vincitore del Lombardia e atteso ad un grande Giro d’Italia. Difficile pensare di staccare in salita il danese visto nelle prime settimane dopo la ripresa della stagione.
GLI OUTSIDER – Molto pericolosi, anche se un gradino sotto a questi nomi, c’è il nuovo che avanza: lo svizzero Marc Hirschi ha infatti impressionato tutti al Tour, dimostrandosi un corridore completo e fin da subito competitivo per le corse di un giorno. Su un percorso così impegnativo e nervoso anche le sue doti di guida della bicicletta potrebbero essere molto utili. Molta curiosità anche intorno al britannico Thomas Pidcock, così come intorno alla Colombia dei vari Chaves, Uran e Lopez che in salita potrebbero avere potenziale sconfinato. La Spagna ha Landa, Pello Bilbao e l’eterno Alejandro Valverde, mentre il polacco Michal Kwiatkowski sa come si vince un Mondiale.
L’ITALIA – In questo contesto ultra-competitivo, l’Italia di Davide Cassani si presenta con tanta determinazione ma non con i favori del pronostico. Gli Azzurri hanno piena conoscenza del tracciato, praticamente “di casa” per il commissario tecnico, ma dovranno inventarsi qualcosa di davvero speciale. L’impressione è che sarà la strada a dettare le tattiche e le gerarchie, anche se ovviamente Vincenzo Nibali potrà essere il faro del gruppo. Lo Squalo dice di non essere al top ma è comunque pronto a provarci qualora le gambe dovessero rispondere. Insieme a lui tanti possibili outsiders: Bettiol e Ulissi hanno talento da vendere, il giovane Bagioli non avrà nulla da perdere e Damiano Caruso sarà galvanizzato dal grande decimo posto ottenuto al Tour de France. Parola d’ordine provarci per non avere rimpianti, cercando forse una corsa dura fin dai primi chilometri.
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