La startlist e i favoriti della prova in linea uomini Elite dei Mondiali 2024 di ciclismo su strada, in programma a Zurigo domenica 29 settembre. Il titolo iridato si assegna al termine di uno dei percorsi più impegnativi delle ultime edizioni, dal momento che i 273,9 chilometri con partenza da Winterthur e arrivo proprio in riva al lago di Zurigo prevedono un dislivello complessivo di ben 4470 metri. Un Mondiale per scalatori veloci quindi, con un unico nome in cima alla lista degli uomini da battere: Tadej Pogacar.
Non è un mistero che il fenomeno sloveno abbia incentrato la preparazione sull’appuntamento di Zurigo, dopo aver centrato la storica doppietta Giro-Tour che mancava dai tempi di Marco Pantani nel 1998. Negli ultimi giorni “Pogi” ha trionfato anche nel Gp di Montreal, a conferma di un avvicinamento all’evento iridato che sembra procedere nel modo giusto. Dalla sua avrà anche una squadra molto forte, forse la miglior Slovenia di sempre con un Primoz Roglic pronto a essere un piano B di extra-lusso.
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Il rivale numero uno sarà sicuramente Remco Evenepoel, oro olimpico a Parigi 2024 sia a cronometro che in linea e pronto a cercare un’altra doppietta che avrebbe dell’incredibile. La vittoria nella crono è arrivata, ora manca la maglia iridata in linea per chiudere tre mesi da autentico mattatore. Il campione in carica è Mathieu Van der Poel, una variabile impazzita anche su un percorso sulla carta troppo impegnativo per l’olandese. Sicuramente però il figlio e nipote d’arte proverà a regalare spettacolo, riuscendo magari a sparigliare alcune delle carte in tavola.
Grande attesa anche per il padrone di casa Marc Hirschi, che sembra tornato ai fasti di qualche anno fa. Il corridore svizzero ha infatti vinto sette gare in stagione ed è reduce da un grande periodo di forma. Lui stesso ha definito il Mondiale di Zurigo come “la gara più importante della mia carriera”, resta da vedere se il 26enne riuscirà a reggere questa importante pressione. Molto interessante anche lo schieramento della Gran Bretagna, che potrà contare su Adam e Simon Yates insieme a Thomas Pidcock e Stephen Williams. Il sogno è quello di riportare Oltremanica la maglia iridata, con i soli precedenti di Tom Simpson nel 1965 e Mark Cavendish nel 2011. Le punte della Danimarca saranno invece Mattias Skjelmose e Jakob Fuglsang, senza dimenticare Mads Pedersen che potrebbe diventare pericolosissimo nel caso riuscisse a non staccarsi nei punti più impegnativi del percorso. Un tracciato sulla carta così impegnativo potrebbe esaltare la Colombia e in particolare Daniel Felipe Martinez, secondo classificato al Giro d’Italia 2024. Con lui ci sarà anche Santiago Buitrago, che potrebbe inserirsi in qualche interessante attacco.
Se si parla di scalatori, la Spagna potrà senza dubbio contare su una vasta gamma di corridori a partire da Pello Bilbao, Juan Ayuso, Carlos Rodriguez e il veterano Mikel Landa. Il tutto senza dimenticare Enric Mas, sul podio alla Vuelta e pronto a giocarsi un’altra importante opportunità. Rimanendo nella penisola iberica, il Portogallo punterà tutto su Joao Almeida, quest’anno quarto al Tour de France. Dall’Oltreoceano arriveranno gli Stati Uniti, che non vincono il Mondiale dal successo di Lance Armstrong nel 1993: la squadra a stelle e strisce dovrebbe avere in Matteo Jorgenson e Brandon McNulty le proprie carte migliori. Potenzialmente molto interessante anche la selezione dell’Australia, con Ben O’Connor secondo alla Vuelta e quarto al Giro e Michael Matthews autentico spauracchio in caso di arrivo allo sprint ristretto. Il tutto senza dimenticare Jay Vine, Jack Haig e Jai Hindley, tutti corridori che potrebbero dare vita ad azioni interessanti.
L’Italia d’altro canto cercherà di giocare un ruolo di rimessa, lontano dalle luci dei riflettori della vigilia. La Nazionale guidata dal ct Daniele Bennati si presenterà al via con Giulio Ciccone, Diego Ulissi e Antonio Tiberi in qualità di possibili carte da giocare. Competere con Pogacar, Evenepoel e il resto della compagnia sembra onestamente molto complicato ma sicuramente gli Azzurri cercheranno di vendere cara la pelle. Del resto il fatto che l’unico podio iridato nelle ultime 15 edizioni disputate sia quello di Matteo Trentin nel 2019 la dice lunga sullo stato di salute del ciclismo italiano, che può vantare in bacheca 19 titoli mondiali nella prova in linea maschile e un totale di 56 podi.