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La Milano-Sanremo è ancora belga, grazie alla vittoria di Jasper Stuyven (Trek Segafredo) che grazie ad un’azione a 2.5 chilometri al traguardo stacca tutti i favoriti e resiste al ritorno del gruppo, prendendosi la vittoria più bella e più importante della sua carriera.
Jasper Styuven 10:
A 28 anni arriva la vittoria più importante per il belga della Trek Segafredo, che si prende la sua prima classica monumento dopo le vittorie alla Kuurne Bruxelles Kuurne e alla Omloop Het Nieuwsblad.
Partito senza i favori del pronostico dato l’inizio di stagione senza risultati di rilievo, riesce a tenere il ritmo dei migliori sul Poggio e attacca nel finale della discesa, sfruttando l’indecisione e il mancato accordo del gruppetto inseguitore.
Sembra piantarsi ad un chilometro dal traguardo ma anche grazie all’arrivo di Soren Kragh Andersen può rifiatare per poi imporsi in via Roma, resistendo al ritorno del gruppo.
Con questa vittoria entra ufficialmente tra i grandi del ciclismo, dimostrando di poter vincere non solo nelle corse del pavè.
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Caleb Ewan 9:
Ancora un secondo posto dopo quello del 2018 per l’australiano, che come allora vince la volata del gruppo, che vale però solamente per il piazzamento sul secondo gradino del podio.
Dopo essersi ritirato nella terza tappa della Tirreno – Adriatico si presenta alla Sanremo in gran forma, facendo tutto il Poggio nelle posizioni di testa e restando con i migliori, in un gruppo dove è nettamente il più veloce.
Quando parte Stuyven probabilmente per questo motivo il gruppetto non trova accordo per riprendere il belga, dato che come da pronostico la volata è vinta dall’australiano della Lotto Soudal.
Dimostra comunque per la seconda volta di poter vincere questa corsa.
Peter Sagan 9:
Per la terza volta consecutiva e la quinta volta in carriera conclude la Milano-Sanremo al quarto posto, ottenendo addirittura la nona top ten in undici partecipazioni.
Questo quarto posto però è ben diverso dagli altri piazzamenti, dato che veniva da un periodo difficile con la positività al Covid-19 e alla conseguente quarantena.
Per avere iniziato la stagione appena settimana scorsa alla Tirreno ottiene un grande risultato, dato che non era per nulla scontato riuscire a tenere il ritmo dei big sul Poggio.
Lo slovacco dimostra ancora una volta di essere un grande campione, per le prossime corse del pavè, anche questa stagione, c’è anche lui.
Soren Kragh Andersen 8:
Il danese ha il merito di essere l’unico di riuscire a rientrare su Stuyven, dandogli una grossa mano nell’ultimo chilometro permettendogli di resistere al ritorno del gruppo.
In volata invece il danese non può mettersi dietro gli inseguitori e deve accontentarsi del nono posto, suo miglior risultato nelle classiche monumento.
Michael Matthews, Alex Aranburu, Sonny Colbrelli, Anthony Turgis 7:
I quattro concludono rispettivamente al sesto, settimo, ottavo e decimo posto.
Difficile chiedere di più, bravissimi a tenere dopo gli attacchi sul Poggio si giocano la loro carta in volata ottenendo ancora una buona top ten in una classica momumento.
Wout Van Aert 7:
Terzo posto per il campione in carica che si conferma sul podio.
Difficile oggi ottenere di più visto il gruppo abbastanza numeroso che è arrivato a giocarsi la vittoria, sulla carta parte battuto da Ewan in volata e per questo motivo non tira in prima persona per andare a riprendere Stuyven.
In volata come prevedibile si piazza dietro Ewan, ottenendo comunque un buon terzo posto.
Mathieu Van der Poel e Julian Alaphilippe 6:
Gli altri due super favoriti non riescono invece a piazzarsi sul podio, non aggiungendo nulla al loro palmares con questo risultato.
Il francese per il terzo anno consecutivo crea l’azione sul Poggio, ma questa volta non riesce a fare la differenza, l’olandese giunge invece solo quinto nella volata dei piazzati.
Team Ineos Grenadiers 4:
Mettono a lavorare Filippo Ganna su tutto il Poggio, per un attacco di Pidcock o Kwiatkowski che non arriva mai.
Risultato: nel gruppetto arrivano a giocarsela in 17, Pidcock arriva quindicesimo e Kwiatkowski diciassettesimo.
Avrebbe avuto più senso fare corsa per Filippo Ganna anziché bruciarlo sul Poggio, dato che sicuramente avrebbe potuto rispondere all’azione di Stuyven.
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