Wout Van Aert e Julian Alaphilippe sono stati i protagonisti assoluti della Milano-Sanremo 2020, un’edizione che passerà probabilmente alla storia come una delle più dure e selettive sia per il gran caldo d’agosto che per il chilometraggio record di 305 chilometri affrontato dai corridori. Alla fine sul traguardo di Via Roma si giocano il successo due sensazionali fuoriclasse, con Van Aert che la spunta proprio negli ultimi metri su Alaphilippe: il belga firma la doppietta con la Strade Bianche ed emula proprio il francese che lo scorso anno aveva messo a segno proprio la stessa accoppiata. Alle loro spalle il gruppo rinviene con due secondi di ritardo e viene regolato da Michael Matthews, Peter Sagan ed un ottimo Giacomo Nizzolo che oggi avrebbe potuto davvero sognare il podio di una Monumento.
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GLI HIGHLIGHTS – IL FINALE E L’ARRIVO (VIDEO)
Le pagelle
Wout Van Aert, voto 10 e lode
Settimana da sogno per il belga, che vive la sua definitiva consacrazione. Prima il trionfo in solitaria alla Strade Bianche, poi il terzo posto in volata alla Milano-Torino e poi infine il colpo grosso con la Milano-Sanremo. Condizione di forma sensazionale ma anche acume tattico e lucidità, pur essendo rimasto senza compagni nel momento decisivo. Sul Poggio si accoda ad Alaphilippe, soffre l’accelerazione mostruosa del francese ma lo tiene a pochi secondi per poi rientrare in discesa. Gli ultimi metri sono una prova di forza sovrumana, con il colpo di reni dopo 305 chilometri che vale la prima Monumento in carriera e il primo successo belga a Sanremo dopo decenni.
Julian Alaphilippe, voto 9,5
Ormai è certo che la delusione della Strade Bianche era dovuta alle sei (!!!) forature di cui il francese era stato vittima. Oggi Julian è tornato a pennellare in bicicletta, pur forando a pochi chilometri dalla Cipressa: rientra e sul Poggio dà vita ad un gesto atletico di rara bellezza, una progressione impossibile per chiunque altro. Solo un Van Aert in autentico stato di grazia riesce a rientrare in discesa e a beffarlo allo sprint. Rimane il rammarico per un bis sfiorato e che nella Classicissima manca da Zabel nel 2001, ma la prestazione è da standing ovation.
Michael Matthews, voto 8.5
Dopo il 2015, altro terzo posto per l’australiano che conferma un ottimo feeling con questa corsa. Si parlava poco di lui alla vigilia, fari puntati sui tanti velocisti puri ma Matthews dimostra ancora una volta di saper conciliare la velocità allo sprint con la resistenza alla distanza e agli strappi. Corridore vero, non che ci fosse bisogno di una conferma.
Peter Sagan, voto 7,5
Continua senza risultati la caccia dello slovacco alla Classicissima. L’impressione è che il Sagan di qualche anno fa avrebbe potuto tenere il ritmo di Alaphilippe e Van Aert sul Poggio per andarsi a giocare lo sprint a tre, ma quei tempi potrebbero essere passati definitivamente. Il lavoro dei suoi gregari è stato a dir poco encomiabile, ma le gambe dopo 300 chilometri non sono state in grado di andare oltre un quarto posto comunque notevole.
Giacomo Nizzolo, voto 7,5
Era dato in gran forma e il velocista italiano ha confermato le indiscrezioni. Tra i pochissimi sprinter a reggere il ritmo folle di Cipressa e Poggio, oggi forse in caso di ricongiungimento con i due attaccanti il podio sarebbe stato possibile. Resta comunque una grande prova e un’iniezione di fiducia importante verso i prossimi impegni.
Vincenzo Nibali e la Trek-Segafredo, voto 6.5
Tanto cuore e volontà e non tantissime gambe nel momento clou per lo Squalo dello Stretto. Fin da prima della Cipressa i gregari del siciliano si muovono: prima Conci, poi Mosca e soprattutto Giulio Ciccone che in tutti i modi prova a creare selezione. Nel momento buono Vincenzo è lì davanti, ma il cambio di ritmo di Alaphilippe e Van Aert è semplicemente troppo e forse è giusto che sia così dal momento che stavolta la Sanremo non era l’obiettivo numero uno. Era certo che ci avrebbe provato, pur sapendo di non essere uno dei più forti al via.
Sam Bennett, Caleb Ewan, Arnaud Demare, Fernando Gaviria, Elia Viviani: voto 5
Insufficienza con attenuanti per tanti velocisti puri che alla vigilia erano attesi protagonisti. Nessuno di questi è arrivato a giocarsi lo sprint in Via Roma, complice sicuramente il caldo e la corsa davvero durissima come forse mai negli ultimi anni. Ewan ha alzato bandiera bianca già sulla Cipressa, mentre Viviani e Bennett ad esempio hanno cercato di tener duro con le unghie e con i denti. La sostanza non cambia: appuntamento all’anno prossimo, sperando in una collocazione in calendario più tradizionale.