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Volata doveva essere e volata è stata nella settima frazione del Giro d’Italia 2017. A spuntarla – dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto nelle tappe precedenti – è l’australiano Caleb Ewan (Orica-Scott), che conquista finalmente la prima vittoria in carriera sulle strade del Giro d’Italia. Battuto questa volta il colombiano Fernando Gaviria (Quick-Step Floors), che per una questione di centimetri non riesce a cogliere il terzo successo in questa edizione della Corsa rosa; al terzo posto si piazza invece l’irlandese Sam Bennett (Bora-Hansgrohe). Non pervenuti i velocisti italiani: migliore dei nostri sul traguardo è Enrico Battaglin (Team LottoNL-Jumbo), settimo, mentre al decimo posto troviamo addirittura Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida). Nessun problema oggi per il giovane lussemburghese Bob Jungels (Quick-Step Floors), che conserva la maglia rosa.
Tappa tranquilla, questa settima, in cui si risale il litorale ionico di Calabria e Basilicata per terminare fra i trulli di Alberobello, in Puglia. Salutato Patrick Dempsey al chilometro zero, tre corridori vanno in fuga nei primissimi chilometri dopo il via: si tratta del russo Dmitriy Kozontchuk (Gazprom-Rusvelo), degli italiani Giuseppe Fonzi (Wilier Triestina-Selle Italia) e Simone Ponzi (CCC Sprandi Polkowice); quest’ultimo viene poi messo fuori gioco da una foratura, e al comando restano i soli Kozontchuk e Fonzi. I due rimangono in avascoperta per oltre 200 km, prima di essere ripresi quando ne mancano 18 alla conclusione. Le squadre dei sprinter non vogliono farsi sfuggire infatti una delle occasioni più ghiotte a disposizione delle loro ruote veloci. Ewan – ben pilotato dal suo treno – riesce a contenere la rimonta di Gaviria in maglia ciclamino e far sua la tappa.
PAGELLE
Ewan 10
Dopo vari piazzamenti nelle prime tappe, questa volta il folletto australiano non sbaglia nulla. Pilotato perfettamente dai compagni di squadra, Ewan lancia il proprio sprint al momento giusto e resiste per una questione di centimetri al ritorno di Gaviria. A 22 anni, l’australiano è – assieme all’avversario colombiano, suo coetaneo – uno dei maggiori prospetti del panorama internazionale nel campo delle volate.
Gaviria 8
Rinviato per pochi centimetri il tris del 22enne sprinter colombiano, che comunque non manca di offrire una volata spettacolare. Gaviria non la affronta nella miglior posizione, ma riesce a risalire nel tortuoso finale e quasi a completare una rimonta che avrebbe avuto del clamoroso. Già vincitore di due tappe, il portacolori della Quick-Step Floors può comunque consolarsi con la maglia ciclamino della quale continua a essere il detentore.
Greipel 5,5
Il campione nazionale tedesco, che si era aggiudicato la prima volata di questa edizione (anche grazie a un improvvido contatto tra Ewan e Gaviria in quell’occasione), oggi non va oltre il quarto posto, dimostrando ancora una volta di avere qualcosa in meno rispetto ai più giovani rivali. Siamo probabilmente innanzi a un passaggio di consegne tra i grandi delle volate.
I velocisti italiani 4
Dopo alcuni buoni piazzamenti nelle scorse volate, oggi i nostri sprinter non vengono neppure pervenuti tra i primi dieci dell’ordine d’arrivo (Battaglin – settimo di tappa – velocista puro non è; tanto meno lo è Nibali, decimo). Assente Elia Viviani per “scelta tecnica” della sua squadra, i velocisti italiani presenti a questo Giro stanno faticando e non poco a ritagliarsi uno spazio da protagonisti. Problemi fisici stanno tormentando il campione nazionale Giacomo Nizzolo (il cui avvicinamento alla Corsa rosa era già stato tribolato di per sé), mentre altri – a cominciare da Sacha Modolo – non stanno ripetendo quanto di buono fatto vedere nelle scorse edizioni. I tempi dei duelli tra Cipollini e Petacchi paiono lontani anni luce.
Kozontchuk e Fonzi 8
Giornata da protagonisti per i due atleti che si sciroppano oltre 200 km in avanscoperta tra le bellezze del Sud della Penisola. Il destino della loro azione – in una giornata che gli sprinter avevano cerchiato in rosso sin dalla partenza – era irrimediabilmente segnato, ma Fonzi e Kozontchuk – pur sapendolo benissimo – hanno comunque tentato e per questo vanno elogiati.