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La quindicesima tappa del Giro d’Italia viene vinta da Bob Jungels, il lussemburghese della Quick-Step Floors precede in volata il plotoncino composto da tutti i migliori uomini di classifica. La maglia bianca firma l’ennesimo successo straniero di questa edizione, precedendo Nairo Quintana e Thibaut Pinot.
IL PERCORSO – I 199 chilometri che da Valdengo portano a Bergamo possono dividersi in due corse distinte: mentre nei primi 150 la tappa è totalmente pianeggiate, il finale è degno di una grande classica del Nord e ricalca l’arrivo dell’ultimo Lombardia. I corridori si trovano, infatti, ad affrontare dapprima la salita di Miragolo San Salvatore (8,7 km di lunghezza con pendenza media del 7% e punte dell’11), una discesa di 5 km e poi il Selvino (6,9 km al 5,4%, punte del 9%). Negli ultimi cinque chilometri si arriva a Bergamo Alta con uno strappo in ciottolato al 12%, il punto cruciale della tappa.
LA CRONACA – Dopo una serie infinita di tentativi, la fuga buona parte al chilometro 108 ed è composta da 10 uomini, tra cui gli italiani Enrico Barbin (Bardiani – CSF), Enrico Battaglin (Lotto NL – Jumbo), Simone Petilli (UAE Team Emirates) e dalla maglia ciclamino Fernando Gaviria (QuickStep – Floors). Il loro vantaggio massimo, però, non supera mai i 2 minuti e 35 secondi a causa del forcing imposto nel gruppo dalla Orica-Scott di Adam Yates. Scavallato il Miragolo San Salvatore gli attaccanti rimangono in tre: Jacques Janse Van Rensburg (Dimension Data), Philip Deignan (Sky) e Rudy Molard (FDJ). Mentre si trova nella fase di discesa successiva al Gpm di Miragolo San Salvatore cade Nairo Quintana. Dumoulin se ne accorge, avverte i suoi uomini e fa rallentare il ritmo consentendo al colombiano di rientrare prontamente nel gruppo maglia rosa. A 30 km dall’arrivo s’aggregano ai battistrada Pierre Rolland (Cannondale–Drapac) e Luis Leon Sanchez (Astana), coronando l’inseguimento nato sulla prima ascesa di giornata.
IL FINALE – Il Selvino viene affrontato dal gruppo con un ritmo forsennato, sempre ad opera della Orica-Scott. I successivi 12 km di discesa sembrano preannunciare un attacco, che non arriverà mai. Al contrario sono da segnalare le cadute di Elissonde e Formolo. Riusciranno a ripartire entrambi, con Formolo che riesce persino a riagganciare il gruppo ai meno 8. Meno fortunato è Tanel Kangert, che non si ravvede di un palo posto sullo spartitraffico e lo coglie in pieno, cadendo sull’asfalto con un volo pauroso. Gli attaccanti vengono ripresi ufficialmente in corrispondenza dello strappo che porta a Bergamo Alta. Il primo a muoversi tra i big è Bob Jungels, subito risucchiato da uno strepitoso Vincenzo Nibali che prova a fare il vuoto senza riuscirci. Gli uomini di classifica arrivano insieme sul traguardo. La volata se la aggiudica proprio Bob Jungels che mette tutti in fila con un bella fucilata. Tom Dumoulin conserva la maglia rose senza patemi.
PAGELLE
Bob Jungels 9: l’uomo che ha cercato maggiormente il successo nel finale. Ci prova una prima volta quando al traguardo mancano 2 chilometri, ma il suo tentativo viene frustrato da Vincenzo Nibali. La vittoria deve sudarsela in volata, terreno dove il lussemburghese non aveva mai trionfato prima. C’è una prima volta per ogni cosa.
Fernando Gaviria 7,5: protagonista assoluto anche oggi, in una tappa sulla carta non consona alle sue caratteristiche. Azzecca col fiuto del corridore di classe la fuga buona dopo che una tonnara di uomini aveva provato senza fortuna ad andarsene dal plotone principale prima di lui. Rafforza la leadership della maglia ciclamino conquistando il traguardo volante di Almenno. Tanto gli basta.
Adam Yates 5,5: fa sfinire i suoi uomini, costringendoli a tirare per tutto il giorno, senza mai attaccare. Insensibile, forse anche senza gambe.
Vincenzo Nibali 6: ci mette il cuore, ma non riesce a fare il vuoto come vorrebbe nel finale, anche a causa di un’ottima reazione di Dumoulin, sempre reattivo e concentrato in ogni fase della corsa. Il verdetto definitivo sul suo Giro andrà dato il prossimo fine settimana. Per ora ha girato a vuoto.
Nairo Quintana 8: la grande gioia dopo la paura della caduta sulla discesa del Miragolo San Salvatore. Si aggiudica i secondi di abbuono per la seconda posizione, dimostrando notevoli doti da sprinter. Virtù inaspettate, forse ha carpito qualche segreto al connazionale Gaviria.
L’ORDINE DI ARRIVO DELLA 15a TAPPA
LE CLASSIFICHE DOPO LA 15a TAPPA