Le pagelle finali del Giro d’Italia 2023, che si è chiuso quest’oggi al termine di tre settimane dove non sono mancate polemiche, critiche ma anche spettacolo specie in questi ultimi giorni. Il trionfo è quello di Primoz Roglic, che spezza una maledizione e si impone per la prima volta al Giro dopo le tre vittorie alla Vuelta. Allo sloveno adesso manca solo il Tour per completare la “tripla corona”, ma l’impresa in terra francese sembra davvero ardua in questi anni che vedono Pogacar e Vingegaard in circolazione. Sul podio con lui due generazioni completamente diverse, con Geraint Thomas e Joao Almeida che sono stati degni avversari del vincitore. Sono mancati, per motivi differenti, Remco Evenepoel e Tao Geoghegan Hart che sicuramente avrebbero regalato un brio ancora maggiore alla Corsa Rosa. I ritiri però fanno parte delle grandi corse a tappe da sempre e sicuramente la vittoria di Roglic non deve essere minimizzata per la assenze altrui sul traguardo di Roma.
GIRO D’ITALIA 2023: LE CLASSIFICHE FINALI
Ai piedi del podio Damiano Caruso, unica certezza in questi anni avari di soddisfazioni italiane quando si parla di classifica generale nelle corse a tappe. Il veterano siciliano ha corso con intelligenza ed esperienza, raggiungendo quello che si è rivelato a tutti gli effetti il risultato massimo a cui poter aspirare. Per il resto il movimento azzurro ha scoperto e confermato tanti talenti importanti, a cominciare da Jonathan Milan e Filippo Zana. Ma senza dimenticare anche Marco Frigo e Alberto Dainese, tutti nomi su cui il movimento potrà contare nei prossimi anni. Andiamo quindi a scoprire di seguito i voti dei protagonisti che si sono messi maggiormente in luce in questo Giro 2023.
Primoz Roglic, voto 10
Sempre lucido, supportato da una squadra che ha dovuto fare i conti con importanti assenze dell’ultimo minuto ma che nonostante questo non è mai mancata. Menzione d’onore per lo scudiero Sepp Kuss, fondamentale nell’unica giornata di vera difficoltà per limitare i danni da Geraint Thomas. Il capolavoro che vale un Giro e per alcuni anche una carriera lo sloveno lo ha firmato nella cronometro del Monte Lussari, in cui ha stradominato la concorrenza con una prova esaltante ed emozionante. La definitiva consacrazione di un grande campione, tornato dopo un periodo tutt’altro che semplice.
Geraint Thomas, voto 9
Un grandissimo corridore e anche un grande signore del ciclismo, sempre pronto a congratularsi con gli avversari pur impegnandosi al massimo per batterli. E’ mancato nel finale della cronometro decisiva, per il resto forse non è stato molto apprezzabile la facilità con cui ha lasciato la maglia rosa ad Armirail nel giorno della maxi-fuga di Cassano Magnago. A sua volta aiutato da una grande squadra, per soli 14″ manca l’appuntamento con la Storia: sarebbe diventato il più anziano vincitore di sempre del Giro, a 37 anni suonati. Un’occasione forse irripetibile.
Joao Almeida, voto 9
Primo podio in un Grande Giro per il portoghese classe 1998, che si porta a casa anche la maglia bianca di miglior giovane. E’ stato il Giro della conferma e del primo salto di qualità per il lusitano, che sicuramente dovrà migliorare sui cambi di ritmo per giocarsela definitivamente con i migliori. Dalla sua ha la giovane età e un carattere da vero combattente, sempre pronto a vendere la pelle a carissimo prezzo. Corridore vero.
Damiano Caruso e Thibaut Pinot, voto 8
Molto accorto e attento uno, sempre all’attacco e alla spasmodica ricerca di una vittoria di tappa l’altro. Alla fine sono quarto e quinto della generale, due veterani che hanno interpretato la corsa in modo molto diverso ma alla fine raggiungendo risultati importanti. Pinot conquista anche la maglia di miglior scalatore e sicuramente un posto nel cuore di tanti appassionati. Per Caruso un’importante conferma ad alti livelli, dopo una prima parte di carriera da affidabile gregario. Certo è che se un 35enne rappresenta la miglior carta italiana per fare classifica, qualche domanda va posta.
Jonathan Milan, voto 9
Maglia ciclamino, una vittoria di tappa e due sfiorate al fotofinish. La dimostrazione che pista e strada possono e in alcuni casi devono coesistere per sfornare talenti come quello del friulano. Piacevolissima scoperta, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista del potenziale personaggio mediatico. Potenzialmente un vero crack, ai posteri l’ardua sentenza.
Filippo Zana, voto 8
L’altra piacevole nota del ciclismo italiano arriva dal campione nazionale, che ha onorato alla grandissima la maglia tricolore con una vittoria di tappa e un grande lavoro per Edward Dunbar. Difficile capire ora se in futuro potrà ambire alla classifica generale, quel che è certo è che Zana ha dimostrato di andare forte in salita e di saper recuperare bene da una tappa all’altra.