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Secondo giorno di riposo per il Giro d’Italia 2022, che con il tappone del Blockhaus ha mandato in archivio la prima settimana di corsa che ha seguito la tre giorni inaugurale in Ungheria. Per le prime otto tappe gli uomini di classifica si sono visti davvero poco, con l’Etna che ha smosso gli animi molto meno di quanto ci si attendesse. La nona frazione però ha regalato numerosi spunti interessanti in ottica classifica generale, dove l’equilibrio regna sovrano con i primi sette racchiusi ancora in meno di trenta secondi. L’impressione è che l’uomo da battere sia Richard Carapaz, che pur senza vittorie di tappa ha corso da padrone sul Blockhaus mettendo al lavoro la sua Ineos Grenadiers che si è confermata squadra attrezzata per fare la differenza nelle prossime due settimane.
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Jai Hindley si sta però confermando ad alti livelli, dopo l’inatteso secondo posto dell’edizione 2020. L’australiano si è imposto sul primo vero arrivo in salita di quest’anno e potrà contare su un co-capitano piuttosto affidabile come Buchmann. Sembra redivivo anche Romain Bardet, che potrebbe avere la grande occasione di una carriera intera così come Joao Almeida che ormai da tempo è una certezza. L’occasione da cogliere c’è anche per Mikel Landa, mentre Guillaume Martin non sembra poter essere uomo da podio.
Chi sicuramente sul Blockhaus ha salutato ogni velleità di classifica sono Simon Yates e Giulio Ciccone. Totalmente inaspettato il crollo del britannico, che aveva iniziato con brillantezza il suo Giro vincendo la cronometro di Budapest. Anche quest’anno però è arrivata la giornata di crisi, acuita forse da qualche problema fisico. Le amate montagne di casa hanno respinto anche l’abruzzese della Trek-Segafredo, chiamato anche stavolta a mettersi a disposizione della squadra e cercare eventualmente una vittoria di tappa andando in fuga. Tra gli italiani sorridono Vincenzo Nibali e Lorenzo Fortunato, apparsi in ripresa: lo Squalo dovrà fare una scelta, visto che i tre minuti di ritardo sono un distacco importante ma non ancora insormontabile. Uscire di classifica o cercare di tener duro per chiudere la carriera al Giro con una top-10 in classifica generale? Discorso simile, ma anagrafe ben diversa per il giovane della Eolo-Kometa, vincitore lo scorso anno sullo Zoncolan.
SECONDA SETTIMANA, ECCO IL MENU’ – Domani la corsa rosa riprende con l’arrivo di Jesi, nella tappa dei “muri” che si prospetta piuttosto movimentata soprattutto in ottica fughe. Discorso analogo per l’arrivo di Genova giovedì, mentre mercoledì e venerdì i velocisti potranno tornare protagonisti con i traguardi di Reggio Emilia e Cuneo per un Arnaud Demare apparso superiore ma non privo di rivali a cominciare da Ewan e Cavendish. Per la maglia ciclamino però c’è da fare i conti anche con l’eritreo Biniam Girmay, che si sta confermando corridore vero e completo.
Nel weekend poi sarà di nuovo battaglia tra gli uomini di classifica, con la tappa di Torino che prevede una doppia scalata a Superga e al Colle della Maddalena e poi l’arrivo di Cogne in quota che lancerà l’ultima settimana. Le salite non mancano, il terreno per attaccare aspetta solo di essere sfruttato.
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