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Jai Hindley fa sul serio, Richard Carapaz non molla nulla. Dopo il secondo posto nel Giro del 2020, in quella che sicuramente si può considerare come l’edizione definitivamente spartiacque tra la vecchia e la nuova generazione del ciclismo, l’australiano non vuole mollare nella lotta a quattro con Landa, Almeida e ovviamente la maglia rosa Richard Carapaz, che trionfò nel 2019 e che vuole ripetersi dopo aver messo al collo lo scorso anno la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Hindley è ormai maturo per provare a vincere e si affaccia all’ultima settimana della corsa rosa pienamente in lizza per la vittoria a Verona, in gran forma e deciso ad attaccare sulle ultime salite che caratterizzano le tappe conclusive del Giro 105. Un’edizione, questa, forse equilibrata come non mai. Non c’è un vero padrone, il livello medio sembra essersi alzato e l’incertezza regna sovrana.
La cura dei dettagli
Tanto che per fare la differenza bisogna davvero curare ogni minimo dettaglio. Sulle durissime ascese dolomitiche con il gran finale sabato sulla Marmolada, sarà lotta senza esclusione di colpi tra i big, che non potranno più soltanto marcarsi, ma anche attaccare. Niente più gioco di sguardi, conteranno le gambe per arrivare alla cronometro finale con il maggior vantaggio possibile da gestire sui rivali. I favoriti, a questo punto si può dire, fin qui si sono di fatto annullati in salita: performance simili, nessuno è riuscito a staccare gli altri, ed è per questo che anche quei pochi secondi che si possono racimolare con un allungo negli ultimi metri potranno essere decisivi per la vittoria finale.
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Il talento, però, quest’anno non basta. Serve la tecnologia, occorre ridurre il peso il più possibile. Non certo quello dei corridori, visto che gli scalatori sono già esili e andare sottopeso può costare anche in termini di potenza. A quel punto, bisogna alleggerire tutte le altre componenti. Dalle biciclette, che non possono comunque scendere sotto a 6.8 kg pena la squalifica, all’abbigliamento: ed è per questo che abbiamo già potuto ammirare il costosissimo body di Yates sottile ed ergonomico e le scarpe in fibra di carbonio che pesano come una piuma, componenti ultratecnologiche e ultraleggere che non sono certo sfuggite agli appassionati.
Professionisti e amatori
La cura del minimo dettaglio passa dunque anche per un grande investimento sul fronte della tecnologia. I corridori adesso sanno che a questi livelli bisogna pensare a tutto. Ed è forse l’edizione in cui si è visto il maggior uso di accorgimenti non solo tecnologici, ma anche artigianali, per alleggerirsi il più possibile: dalle livree raschiate, come la patina d’oro sulla bici di Carapaz sparita per guadagnare qualche grammo, a bottigliette e snack lanciati via prima delle salite. Cose che si sono sempre viste, ma quest’anno fanno realmente la differenza.
In salita, a ogni modo, bisogna essere leggeri, ma soprattutto occorre dotarsi di accessori e abbigliamento adatti e funzionali. E questo vale per i professionisti sulle strade dei grandi giri, come per gli amatori che ogni giorno salgono in sella alle proprie bici e vivono le proprie personalissime emozioni sulle strade di casa. Fondamentale per tutti è la scelta dell’attrezzatura: al riguardo molti amatori hanno optato per “BIKE24” (https://www.bike24.it) One-Stop shop creato per la crescente comunità di appassionati che promuove la mobilità ecologica. Fondato nel 2002, BIKE24 è passato dall’essere un rivenditore online specializzato nel settore del ciclismo a una delle principali piattaforme di trading dell’Europa continentale, focalizzata sul segmento premium con oltre 800 marchi, tra i quali i più importanti, come Specialized, Garmin, Santa Cruz, Assos e Castelli. Un vero punto di riferimento, dunque, per gli appassionati che in questi giorni stanno vivendo le grandi emozioni regalate del Giro d’Italia.
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