La settima tappa del Giro d’Italia 2022 è stata a dir poco scoppiettante. 196 km da Diamante a Potenza con oltre 4500 metri di dislivello sono solo alcuni dei numeri che i corridori hanno affrontato quest’oggi. La prima tappa di montagna però, non ha visto stravolgimenti nella classifica generale, dove Juan Pedro Lopez Perez continua a detenere il simbolo del primato, nonostante le indisposizioni mattutine che lo hanno perseguitato.
Come spesso capita in un Giro con pochissimi chilometri a cronometro, queste tappe, disegnate magistralmente dall’organizzazione, diventano un trampolino di lancio ideale per chi è fuori classifica e punta al successo di tappa. Infatti, per la seconda volta in quest’edizione, è arrivata la fuga al traguardo. Ma andiamo per gradi.
L’inizio della gara è frenetico. In gruppo molti corridori provano ad attaccare sin dai primi chilometri perché la tappa lo consente. Le squadre degli uomini di classifica però non lasciano andare nessuno che sia un velocista, un finisseur, uno scalatore, un gregario o un semplice cacciatore di tappe. Ci vogliono ben 80 km prima che si venga a creare quella che poi, effettivamente, risulterà l’azione vincente.
La promuove un ragazzo di 29 anni, italiano, nato promessa, cresciuto attaccante e destinato però a poca gloria personale: Davide Formolo. Roccia, come viene soprannominato, è un habitué delle fughe. Nel 2015 infatti, al suo secondo anno da professionista, proprio con una fuga solitaria al Giro vince la sua prima corsa in carriera. Da allora sono cambiate molte cose e in mezzo Formulino ha messo in saccoccia anche 3 top 10 tra Giro e Vuelta e soprattutto un secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi che ancora grida vendetta.
Lo seguono in 6: Wout Poels, Davide Villella, Ken Bouwman, Tom Dumoulin, Bauke Mollema e Diego Camargo. In un niente arrivano ad avere 6’35” sul gruppo maglia rosa, con l’olandese Bouwman leader virtuale della generale e Dumoulin clamorosamente rientrato in corsa per il bersaglio grosso dopo i 9′ persi sull’Etna.
La corsa è molto dura ma entra nel vivo a 30 km dal traguardo, quando davanti restano in 4: i due della Jumbo Bouwman e Dumoulin, Mollema e Formolo. È bagarre assoluta con Mollema, il meno veloce di tutti allo sprint che prova ad anticipare i compagni d’avventura con più di un attacco. Poi è la volta di Formolo. L’unica costante è Bouwman che, dopo un momento di crisi, si rivitalizza e chiude su tutti.
Dumoulin perde contatto più volte ma torna sotto ai 3 ai -3 dal traguardo, si mette in testa e da quel momento conduce lui il gioco. Resta davanti a scandire il ritmo fino ai 300 metri dalla conclusione e lancia la volata al suo fido scudiero Bouwman che raccoglie il prezioso assist della Farfalla di Maastricht e finalizza un gioco di squadra pressoché perfetto con una volata ristretta vinta di forza e per dispersione su Mollema e Formolo, arrivati a 2″.
Il più felice di tutti però è Tom Dumoulin, ai piedi del podio al traguardo ma con le braccia alzate. Sono queste le azioni che ti rimettono al mondo e ti fanno capire perché il conte olandese Tom, è uno dei ciclisti più apprezzati e amati dall’intero gruppo e dagli appassionati.
Dumoulin è così, è un soffio d’aria fresca in un’estate torrida. Il capitano che si mette a disposizione per il suo gregario è uno dei motivi per cui il ciclismo è uno sport che ha un romanticismo così spiccato, talvolta da risultare stucchevole. Ma a tutti, in fondo, piace così.
Ken Bouwman all’età di 28 anni ottiene la più bella gioia della propria carriera. La seconda vittoria, ma senza dubbio la più importante e significativa, per un ragazzo che ha fatto della messa a disposizione nei confronti dei propri compagni, sia più forti che meno forti di lui, la sua ragione di vita. E oggi, in una frazione conclusa con dei raggi di sole che hanno baciato l’intero gruppo, si è materializzata tutta la Potenza della Jumbo. Una squadra tanto forte quanto a volte fragile, che vive per emozioni come questa.
I corridori domani proseguiranno la loro risalita della penisola con una piccola classica di 153 km con partenza e arrivo a Napoli. È un omaggio a Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 ed è articolata da un continuo saliscendi e da un circuito di 19 km da ripetere 4 volte con un dentello finale che scollinerà a 7 km dal traguardo. Insomma, difficile che la fuga arrivi anche domani perché è un tappa ideale per i finisseur da classiche del nord Europa ma con il calore e il profumo del sud Italia.