La quinta tappa del Giro d’Italia 2022 si è rivelata essere per cuori forti. Messina, sede dell’arrivo, è infatti la città natale di uno dei più grandi ciclisti del XXI secolo, Vincenzo Nibali. Che dire di lui, ha emozionato un’intera Nazione che cercava un’erede di Marco Pantani. E in parte ci è riuscito, perché, anche a sua detta, Marco resta inavvicinabile. Il palmares del corridore attualmente in forza all’Astana parla da solo: 2 Giri d’Italia, 1 Tour de France, 1 Vuelta d’Espana. 1 Milano-Sanremo, 2 Giri di Lombardia, 2 Tirreno-Adriatico, oltre a 7 podi nei Grandi Giri, una Liegi-Bastogne-Liegi persa in modo molto strano da Iglinskij, un Mondiale in casa chiuso al quarto posto per due cadute e un oro olimpico lasciato per strada, quando era solo al comando, a causa di un mattone presente in strada.
Ha scelto la propria città per annunciare al mondo intero, con la voce rotta dall’emozione, dopo una clip a lui dedicata che ha ripercorso le fasi salienti della sua incredibile carriera, per annunciare il ritiro dal ciclismo professionistico a fine anno. Una decisione che in molti aspettavano, ma che nessuno ha mai voluto, realmente, prendere in considerazione. Perché Nibali, a 38 anni suonati, è ancora il simbolo di un ciclismo italiano alla ricerca di un nuovo idolo da tifare. E dalle retrovie, di giovani corridori così completi, al momento, ancora non se ne vedono.
Nibali è colui che ha riportato il Tour in Italia, 16 anni dopo l’impresa di Pantani. È uno dei 7 ciclisti nella storia ad aver conquistato la Tripla Corona (almeno uno dei tre Grandi Giri) e uno dei 4 ad aver vinto i tre Grandi Giri e almeno due classiche monumento. Insomma, lo Squalo dello Stretto già oggi è storia, da fine anno diventerà leggenda.
La quarta tappa è stata però anche la rinascita sportiva di Arnaud Démare, 30enne velocista francese che in questa stagione non aveva ancora timbrato il cartellino. L’ha fatto in una frazione che dire scoppiettante è dire poco. NouNou ha prima perso contatto lungo l’unica salita di giornata, Portella Mandrazzi (19,6 km al 4,0%), ma il suo ritardo dal gruppo allo scollinamento non è stato così abissale da fargli perdere il treno giusto per rientrare.
Oggi infatti, due velocisti più resistenti in salita, Mathieu Van Der Poel e Biniam Girmay, hanno messo le proprie squadre a tirare per staccare le ruote veloci più pure. Risultato? Mark Cavendish e Caleb Ewan, considerati da molti i due favoriti per la tappa odierna, si sono staccati in salita, in discesa non sono riusciti a rientrare, a differenza di Démare, e la tappa ha preso una piega diversa.
Gli 800 metri finali hanno fatto il resto, con la Groupama-FDJ bravissima a mettere il nativo di Beauvais nelle condizioni ideali per sparare il suo colpo, sette mesi dopo l’ultimo urlo. 6ª affermazione sulle strade del Giro e 85ª in carriera. Mica male. Dietro di lui, per un podio regale nonostante tutte le defezioni, Fernando Gaviria e Giacomo Nizzolo, due vincitori di tappa al Giro.
Il caldo sole della Sicilia saluta i corridori, che in serata rientreranno nella penisola, dove domani andrà in scena una nuova occasione per i velocisti. Si risale lo Stivale e lo si fa lungo la costa tirrenica: da Palmi a Scalea (Riviera dei cedri) lungo le tortuose strade calabresi. Si risale con due certezze in più: Démare sbloccato e nuovamente in fiducia e Nibali che onorerà, come sempre, il Giro 105, l’ultimo della sua carriera, nel quale, ne siamo certi, darà spettacolo attaccando. Perché lo Squalo, non è solo un soprannome, ma un modo di concepire l’essenza del ciclismo.