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L’avevano cerchiata in rosso molti corridori la dodicesima tappa del Giro d’Italia 2022, la frazione più lunga dell’intera edizione: 204 km da Parma a Genova, su alcune delle strade che hanno reso celebre la Milano-Sanremo. Talmente ambita che in fuga ne sono andati addirittura 24 e tra questi, come spesso capita quando si lavora in acido lattico, Mathieu Van Der Poel e Magnus Cort Nielsen, due velocisti resistenti che amano dare spettacolo.
Prima che questo mega gruppo si compone, per ben 70 km il gruppo tiene la corsa cucita e rintuzza gli attacchi di almeno metà corridori. L’occasione è propizia proprio a 10 km dall’imbocco della salita del Passo del Bocco. Questa salita, ma soprattutto la conseguente discesa, è ormai nell’immaginario collettivo di ogni appassionato delle due ruote.
Sì, perché qui, ben 11 anni fa, perse la vita un corridore belga di 26 anni, Wouter Weylandt. Wouter era un corridore veloce ma allo stesso tempo abbastanza resistente. Sin dai primi anni della sua carriera, iniziata con la squadra simbolo del Belgio, la Quick-Step, è stato relegato a uomo del treno di Tom Boonen. Nonostante questo ruolo di gregario però, Wouter si è tolto un bel po’ di soddisfazioni, come vincere la Nokere Koerse e una tappa alla Vuelta nel 2008 e soprattutto una delle tre tappe in Olanda dell’edizione 2010 del Giro. Un belga che vince in Olanda, e viceversa, è sempre uno smacco importante per i due Paesi, da sempre ciclisticamente rivali.
Wouter nel 2011 però cambia squadra e passa alla Leopard-Trek, l’attuale Trek-Segafredo, squadra dell’attuale leader del Giro Juan Pedro Lopez Perez. È designato capitano per le volate a Giro 2011 e in rampa di lancio verso una carriera costellata di successi.
Qualcosa non va come dovrebbe però, perché Wouter, durante la terza tappa del Giro d’Italia 2011, cade lungo la discesa del Passo del Bocco, dalla quale non si rialzerà più. Nonostante i tentavi di soccorso, il suo cuore non riprende più il battito e Wouter muore nella corsa che lo ha fatto conoscere al mondo, nella tappa che, un anno prima, lo ha consacrato a nuovo gioiello del ciclismo belga.Â
Oggi, lungo quella discesa, la Trek-Segafredo ha corso in testa al gruppo, proprio in onore di quel ragazzo che ha perso la vita facendo ciò che più amava: pedalare. E Wouter, ovunque egli sia, ha protetto e benedetto quei ragazzi, perché non si può morire così a 26 anni, proprio quando il mondo sta iniziando a conoscerti.
La tappa è proseguita, nonostante la commozione generale, anche perché la corsa è corsa e quale miglior modo che darsele di santa ragione (sportivamente) in una tappa del genere adatta agli attaccanti?!
Lungo la seconda salita di giornata, La Colletta, un ispiratissimo Lorenzo Rota attacca e porta via un gruppetto di 3 corridori composto da lui, Stefano Oldani e Gijs Leemreize. Sembra uno di quegli attacchi destinati a durare qualche chilometro o poco più, ma i tre vanno via di comune accordo e iniziano a guadagnare terreno sul gruppo di VDP e Cort Nielsen, rimasti intrappolati nella rete.
Sull’ultimo GPM di giornata, il Valico di Trensasco, VDP prova l’allungo ma non ne ha e si rialza, conscio che, anche questa tappa, è andata alle ortiche. I tre davanti sono molto scaltri nel procedere insieme senza attacchi, che avrebbero pregiudicato la possibilità di giocarsi la vittoria di giornata in volata.
Da dietro provano in quattro a rifarsi sotto: Wilco Kelderman, Santiago Buitrago, Bauke Mollema e Lucas Hamilton, non proprio gli ultimi arrivati. Nonostante il netto passo scandito dai quattro, i tre in testa non mollano e si giocano la vittoria allo sprint a ranghi ristrettissimi.
Il primo a partire è Leemreize che però è anche il meno veloce dei 3 e infatti Stefano Oldani, anni 24, come Alberto Dainese, ma a differenza del padovano il milanese è un corridore veloce sì, ma anche resistente e quindi, con una progressione importante, batte il connazionale Lorenzo Rota, che nulla ha potuto.
È la prima vittoria in carriera per Oldani, che corre nella squadra di VDP, al quale avrà sicuramente chiesto qualche consiglio sul come si affronta una volata a ranghi ristretti. I consigli sono stati seguiti alla lettera dal ragazzo che ha provato ad attaccare anche sull’Etna, ma con risultati diversi.
È doppietta italiana di vittorie consecutive e anche sul podio. Dopo un primo e terzo posto nella città del Tricolore ieri, oggi, nella città di Giuseppe Garibaldi, l’uomo che ha unificato l’Italia, primo e secondo per i portacolori azzurri. Un trionfo, soprattutto dopo le vacche magre delle prime 10 tappe.
Domani andrà in scena la tredicesima tappa: è una frazione di trasferimento particolare la Sanremo-Cuneo di 150 km che porterà i corridori in Piemonte. Altra tappa da fuga grazie al Colle di Nava (10 km al 6,6%) anche se dallo scollinamento mancheranno oltre 100 km al traguardo, quindi le squadre dei velocisti potrebbero attrezzarsi per ricucire la corsa.
Chissà se partendo da Sanremo, la città della Classicissima, qualche uomo da corse di un giorno ci proverà nuovamente, e perché proprio Mathieu Van Der Poel?!
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