Il Giro d’Italia 2021 si chiude nel segno totale della Ineos Grenadiers, che in Piazza Duomo a Milano si prende la cronometro conclusiva con il “solito” Filippo Ganna e trionfa nella classifica generale grazie a Egan Bernal. Una giornata finale che diventa una passerella per il colombiano e per un sontuoso Damiano Caruso, secondo in classifica generale a un minuto e mezzo dal vincitore e ampiamente davanti a Simon Yates che completa il podio. C’è anche chi però si gioca la prestigiosa vittoria di tappa e in tal senso Ganna deve “ringraziare” la caduta del francese Cavagna e forse anche i “problemi” di un ottimo Sobrero con l’ammiraglia FDJ. Ad onor del vero anche il campione mondiale in carica ha perso secondi preziosi per una foratura e alla fine in un modo o nell’altro si porta a casa la quinta cronometro consecutiva al Giro d’Italia, un dato statistico impressionante. Il fuoriclasse di Verbania, non ancora 25enne, dovrà adesso gestire al meglio le grandi pressioni con cui dovrà convivere verso le Olimpiadi di Tokyo.
L’ultima tappa di un Grande Giro però è anche l’occasione per tracciare un piccolo bilancio di quanto accaduto in queste tre settimane dense di eventi ed emozioni. Bernal vince con pieno merito e con una grandissima squadra, che si conferma corazzata nei momenti chiave e vince il Giro per il secondo anno consecutivo. L’immagine simbolo però è quella di Damiano Caruso, campione e capitano dopo una vita da gregario: ancora freschi i brividi per l’impresa sull’Alpe Motta, adesso per il ragusano si aprono spiragli importanti nonostante i suoi 33 anni suonati.
Yates paga forse il freddo e un avvio in sordina, mentre Almeida paga una giornata no a Sestola e i minuti persi per attendere Evenepoel a Montalcino. Il portoghese comunque ha confermato di non essere una meteora dopo il quarto posto dello scorso anno. Chi invece esplode in questa Corsa Rosa è Daniel Martinez, altro colombiano decisivo per la vittoria di Bernal e capace di chiudere al quinto posto finale: ne sentiremo parlare.
Spazio anche per le altre classifiche, con Peter Sagan che finalmente si veste di ciclamino precedendo l’ottimo e costante Davide Cimolai nella classifica a punti. Il francese Geoffrey Bouchard si prende la maglia azzurra di miglior scalatore, già vinta in passato alla Vuelta, mentre ovviamente Bernal è anche il miglior giovane nonostante la maglia bianca indossata da Vlasov, quarto in classifica finale.
GLI ITALIANI – Detto di Caruso, il Giro 2021 lascia parecchi spunti interessanti in ottica azzurra. Sfortunato Giulio Ciccone, che in piena lotta per il podio è stato costretto al ritiro, l’Italia del ciclismo scopre alcuni talenti di assoluto rilievo. Tre piazzamenti da podio per Edoardo Affini, fermato solo da Ganna a cronometro, molto bene anche Giacomo Nizzolo che ha trovato la prima vittoria al Giro esattamente come Alberto Bettiol che torna a ruggire dopo il Fiandre 2019. Per il futuro c’è da sorridere con Lorenzo Fortunato, vincitore sullo Zoncolan e spesso vicino ai migliori in salita oltre che 16° in classifica finale alle spalle di un Davide Formolo forse al di sotto delle aspettative.
Merita come sempre un capitolo a parte Vincenzo Nibali, che con grande professionalità e amore per il Giro ha voluto concludere la Corsa nonostante diverse cadute e una condizione evidentemente non al top. Il siciliano ha provato ad essere protagonista fino alla fine, il tempo però passa inesorabile e adesso il sogno sarà quello di provare un’ultima grande zampata. Sembra difficile potersi giocare un podio a Tokyo e lo Squalo non deve dimostrare niente, ma con Nibali mai dire mai.