[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Era una delle salite più attese e lo spettacolo non è mancato: l’arrivo di Sega di Ala, un inedito per il Giro d’Italia, racconta un’altra storia rispetto alle prime sedici tappe. Egan Bernal è umano e attaccabile, con qualche dubbio che inizia ad aleggiare intorno alla maglia rosa: forse il giorno di riposo, forse qualche acciacco alla schiena che torna a farsi sentire, ma il colombiano si pianta letteralmente sulle pendenze più dure della salita finale e perde quasi un minuto in meno di 4 km da Simon Yates. Il britannico ha il merito di accendere la bagarre insieme a Joao Almeida, ma entrambi non riescono a raggiungere un sontuoso Daniel Martin che conquista una grandissima e meritata vittoria di tappa.
[the_ad id=”668943″]
Alle spalle della fuga però succede di tutto, a partire dalla caduta che coinvolge anche Giulio Ciccone nella discesa del Passo di San Valentino. L’abruzzese si ritrova a inseguire, rientra ma forse anche per lo sforzo profuso crolla nell’ascesa conclusiva ed esce definitivamente dalla lotta per il podio. Poco meglio va però a Romain Bardet, Hugh Carthy e Aleksandr Vlasov, che cedono minuti preziosi ai diretti rivali. Ma il vero colpo di scena arriva nel finale: Yates attacca e raggiunge Almeida, Bernal risponde in prima persona e viene seguito anche da un sontuoso gregario di lusso come Daniel Martinez. All’improvviso però la maglia rosa va in netta difficoltà, una visione davvero inedita quella di un Bernal “piantato” e raggiunto da un mai domo Damiano Caruso. Fondamentale il lavoro di Martinez, che “traina” il suo capitano fino al traguardo consentendogli di perdere “solo” un minuto da Yates.
Si è però aperta una crepa nel perfetto meccanismo della corazzata Ineos e Simon Yates, lasciatosi alle spalle pioggia e freddo, potrebbe davvero provare il clamoroso ribaltone. Non resta che attendere le tappe di venerdì e sabato per capire se le difficoltà di Bernal siano state passeggere o meno, dato che la frazione di domani con arrivo a Stradella non dovrebbe portare emozioni a livello di classifica generale. Per il podio sembrano rimasti in tre: Vlasov infatti deve recuperare quasi tre minuti a Yates, con Caruso che a sua volta ha l’occasione di una vita. Tra venerdì e domenica il trittico finale, con la cronometro di Milano che come nel 2020 potrebbe rivelarsi determinante.
[the_ad id=”676180″]