[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Ogni edizione del Giro d’Italia ha la sua tappa regina, il “tappone” tanto atteso dagli appassionati e temuto dai corridori. E oggi non poteva che esserci Egan Bernal ad alzare le braccia al cielo sul traguardo di Cortina d’Ampezzo: la maglia rosa mostra tutta la sua forza e stacca tutti sul Passo Giau, al termine di una giornata a dir poco confusionaria con la cancellazione del Fedaia e del Pordoi a pochi minuti dalla partenza da Sacile.
L’ORDINE DI ARRIVO DELLA TAPPA
[the_ad id=”668943″]
In mezzo a polemiche, lamentele e consueti “scarica-barile” tra organizzatori e corridori, la stella di Egan Bernal si fa sempre più luminosa e spettacolare. Una superiorità evidente quella del colombiano del Team Ineos, che attacca in solitaria negli ultimi chilometri di salita prendendosi anche la Cima Coppi del Giro 2021 tra due pareti di neve per poi lanciarsi in picchiata verso la Perla delle Dolomiti e trovare anche il tempo di mettere in mostra la maglia rosa. Alle sue spalle un grandioso Damiano Caruso, primo degli umani in alta quota e raggiunto nel finale dal miglior Romain Bardet degli ultimi anni. Il siciliano della Bahrain sale al secondo posto in classifica generale, con un interessante vantaggio su Hugh Carthy che dopo aver fatto lavorare i propri gregari perde terreno prezioso ma sale comunque in terza posizione.
In alta classifica infatti il grande sconfitto odierno è Simon Yates, che conferma di soffrire particolarmente le condizioni più estreme: il britannico scivola così al quinto posto alle spalle di un Vlasov che a sua volta sembra essere in fase calante rispetto alla prima parte di questa Corsa Rosa. Ad ogni modo la lotta per il podio è apertissima, mentre Bernal può gestire oltre due minuti su Caruso e inizia a dare distacchi pesanti a tutti i diretti rivali. Da segnalare anche la presenza nella fuga di giornata di Vincenzo Nibali e Davide Formolo, entrambi però “rimbalzati” dal Giau e ora nel limbo della zona compresa tra l’undicesima e la quindicesima posizione della generale. In particolare lo Squalo sembra aver superato la caduta di ieri e cercherà anche di correre in appoggio a Giulio Ciccone, oggi solido e sesto in classifica a meno di un minuto dal podio.
Esce definitivamente di scena Remco Evenepoel, per molti giorni considerato il primo avversario di Bernal. Il giovanissimo belga, alla prima esperienza in un Grande Giro e dopo nove mesi di inattività , si dimostra umano e lascia i gradi di capitano della Deceuninck ad un Joao Almeida apparso in ripresa e ora nella top-10 della generale. Vedremo nelle prossime ore se opterà per il ritiro o se proseguirà fino a Milano.
Paradossalmente la cancellazione di Fedaia e Pordoi potrebbe aver fatto bene al Giro, perchè con una frazione ancora più dura e selettiva il vincitore del Tour 2019 avrebbe potuto infliggere ancora più minuti agli avversari. Resta comunque l’amaro in bocca, perchè il “tappone” dolomitico nella sua interezza da oltre 5700 metri di dislivello sarebbe stato sicuramente epico. Del resto però è impossibile prevedere con certezza il meteo in montagna, ma come sottolineato dal direttore del Giro Mauro Vegni sarà necessario sedersi ad un tavolo per capire quali possano essere i limiti del ciclismo moderno, soprattutto per quanto riguarda le decisioni e il potere decisionale dei corridori in certi contesti.
Ad ogni modo la Corsa Rosa volta pagina, con il secondo e ultimo giorno di riposo che anticipa le ultime cinque tappe: di queste tre saranno di montagna, a partire dall’arrivo di mercoledì a Sega di Ala. C’è ancora tantissima strada da percorrere, stavolta probabilmente con il sole e temperature più miti. Nessuna scusa, chi vorrà attaccare avrà la possibilità di farlo.
[the_ad id=”676180″]