La seconda tappa del Giro d’Italia 2019 offre subito interessanti spunti di riflessione, anche dopo una volata che ha rispettato i pronostici della vigilia nello svolgimento ma non certo nell’esito finale. Dopo 205 chilometri infatti a Fucecchio (nel ricordo di Gino Bartali e Indro Montanelli) trionfa il tedesco Pascal Ackermann, potente sprinter della Bora Hansgrohe: il teutonico appare quasi dal nulla negli ultimi 150 metri e brucia con grandissima potenza Elia Viviani, Caleb Ewan, Fernando Gaviria e Arnaud Demare. In parole povere, i fab four dei velocisti presenti a questo Giro.
Tutti aspettavano così il primo duello tra il campione italiano della Deceuninck Quick Step e il colombiano in forza alla UAE Emirates, ma a spuntarla in maniera tanto sorprendente quanto meritata è stato Ackermann che all’esordio assoluto in un grande Giro di tre settimane conferma di essere uno sprinter capace di vincere, come dimostrato già precedentemente in stagione. Il tedesco cercherà conferme già domani, con la terza tappa: i 220 km da Vinci a Orbetello dovrebbero infatti risultare ancor meno impegnativi della tappa odierna, per un’altra probabile volata a ranghi compatti.
La seconda frazione ha però lasciato intravedere anche qualche segnale da parte di Vincenzo Nibali, grande conoscitore delle strade toscane essendo cresciuto agonisticamente e non solo a Mastromarco. Lo “Squalo” ha condotto le operazioni nelle discese di Montalbano e San Baronto rese viscide dalla pioggia, dimostrando grande lucidità e una padronanza della corsa da vero leader. L’impressione, confermata anche dalla crono inaugurale di ieri a Bologna, è che Nibali stia davvero molto bene ma la riprova arriverà solo nel corso dei giorni. Sempre presente anche la maglia rosa Roglic, che a Bologna ha a dir poco impressionato: dalla sua una condizione sensazionale e le altre due crono di San Marino e Verona. Il dubbio è ovviamente legato alla tenuta nella terza settimana, viste le prestazioni già di altissimo livello al recente Giro di Romandia.